Gli stagisti in guerra col Cotral vogliono Polverini in tribunale
Credevano di aver finalmente raggiunto il primo obiettivo: entrare nel mondo del lavoro come stagisti con la prospettiva di poter essere poi assunti. Ma si è trattato soltanto di un sogno che è durato poco più di un mese. Il motivo? Mentre stavano per firmare il progetto formativo è arrivato «l'ordine» da parte della Regione di sospendere la procedura che li avrebbe portati a ottenere il contratto tanto atteso. Ecco cosa è accaduto lo scorso aprile a oltre cento stagisti che stavano per iniziare il tirocinio presso Cotral spa e che adesso, per cercare di avere giustizia, 92 di loro si sono rivolti al Tribunale civile, sezione Lavoro. Gli stagisti, infatti, attraverso gli avvocati Marco Marieni e Massimiliano Panetta, hanno presentato un ricorso cautelativo d'urgenza chiedendo la condanna di Cotral spa e di Italia Lavoro spa. Quest'ultima, insieme alla Regione Lazio, il 9 luglio 2009 aveva sottoscritto una convenzione, denominata «Lazio non the job», per l'avvio degli stagisti al tirocinio formativo. Il documento prevedeva la formazione di 1.300 persone nel 2010: a settembre il numero ha superato quota mille. Quindi i due legali nel ricorso hanno anche chiesto al giudice di bloccare le ultime assunzioni in altri enti, evitando così l'esaurimento dei fondi. Si tratta di una situazione che ha portato il presidente della Repubblica a chiedere attraverso la prefettura chiarimenti a Cotral in merito alla vicenda. L'azineda ha risposto sottolineando il mancato adempimento da parte di Italia Lavoro degli obblighi contrattuali e ha sostenuto che «la procedura si era ormai conclusa e gli stagisti avevano maturato il pieno diritto allo svolgimento dello stage e che sotto il profilo giuridico non vi era alcun margine per "sospendere" detta procedura». Proprio per chiarire i motivi della sospensione da parte della Regione, i 92 stagisti, attraverso i legali Panetta e Marieni, hanno chiesto al giudice del Lavoro di ascoltare come persona informata dei fatti, tra gli altri, il presidente della Regione Lazio Renata Polverini. Sarebbe stata, infatti, la Regione a stabilire la sospensione delle procedure di assunzione «per ragioni di opportunità» essendo cambiata la Giunta.