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Il figlio ubriaco al volante, il padre lo difende. In cella

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Quandola pattuglia gli ha fatto cenno di fermarsi ha continuato a correre dimostrandosi un pericolo per la circolazione. È continuata con il suo inseguimento l'alba di D.L., di 34 anni, che in via del Tintoretto ha finalmente fermato l'auto e permesso agli agenti di controllarlo. Semplicemente pronunciando il suo nome e cognome, il giovane ha consentito ai poliziotti di capire che era ubriaco, l'alito vinoso, mancanza di equilibrio e la difficoltà ad articolare frasi coerenti hanno convinto gli agenti a chiedere l'intervento di una pattuglia della Stradale per la prova dell'etilometro. Gli agenti gli hanno fatto contattare un parente per portare la sua patente, dimenticata a casa e per poter prendere in consegna l'auto. L'automobilista però si è dimostrato aggressivo verso i poliziotti, dicendo «io sono un bravo ragazzo» e continuando a insultarli e opponendo resistenza all'accompagnamento in ufficio. Il padre, A.L., di 64 anni, nel frattempo arrivato sul posto, inizialmente adirato con il figlio, ha preso le difese del giovane e ha peggiorato la situazione ingaggiando con il poliziotti una colluttazione, pretendendo il suo rilascio. Accompagnati negli uffici del Commissariato Spinaceto, padre e figlio sono stati arrestati per resistenza e violenza a pubblico ufficiale, in più il figlio è stato denunciato per guida in stato di ebbrezza.

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