Rapinano sindacalista Uil a colpi di boxe thailandese
Neancheuna parola ha preceduto il primo diretto al volto. Poi sulla vittima sono piovuti altri pugni e calci. Colpi sferrati con l'esperienza che i due romeni, praticanti di boxe thailandese, avevano maturato in palestra. L'uomo è caduto pesantemente sull'asfalto, uno zigomo e la mandibola fratturati. A questo punto la coppia di rapinatori si è impadronita del portafoglio contenente carte di credito e 350 euro in contanti e anche dell'orologio del poveretto. Infine sono scappati su una Renault «Laguna» guidata da un complice. Una scena che non è sfuggita alle telecamere di sorveglianza, grazie alle quali i tre sono stati identificati e arrestati nel giro di poche ore. È accaduto giovedì alle 2.30 del mattino vicino alla stazione Termini. Un sindacalista della Uil di 48 anni, siciliano ma distaccato alla segreteria nazionale, stava tornando a casa dopo una cena con amici. In via dei Mille, mentre era al telefono con la sua compagna, il quarantottenne è stato aggredito e pestato a sangue da due energumeni. La fidanzatam che aveva seguito «in diretta» il pestaggio, ha subito dato l'allarme al 113. Sul posto sono sopraggiunti gli agenti del commissariato Viminale diretti da Carmine Belfiore. Quindi, sulla base del «metodo Tagliente», la sinergia interforze adottata dal nuovo questore, le indagini sono state affidate ai poliziotti «locali», a quelli della Polfer, che conoscono bene i flussi «sospetti» dello scalo ferroviario, e agli investigatori della Mobile coordinati da Vittorio Rizzi. Una strategia che ha dato presto i risultati sperati. I tre romeni, che abitavano in un appartamento in via Cernaia e vivevano di espedienti, sono stati fermati nell'auto usata per la «scorreria», di proprietà di un loro conoscente. Due hanno 28 anni e uno 30. Dovranno rispondere di rapina e lesioni. Uno dei tre ha confessato e in via Cernaia è stato ritrovato l'orologio sottratto alla vittima. Da giorni la polizia era in «stato d'allerta» per una decina di aggressioni portate a termine nella zona con la stessa, brutale tecnica. E gli investigatori sospettano che il terzetto sia sia reso responsabile anche di altri colpi. «Il fermo dei tre autori della rapina è un esempio lampante di come la cultura del partenariato dia concreti frutti nella prevenzione e nella repressione delle attività illecite e dei reati», è stato il commento di Oronzo Cosi, segretario generale del sindacato di Polizia Uil. Un metodo adottato fin dal suo (nuovo) «debutto» nella Capitale dal questore Francesco Tagliente.