Oltre quella portiera, quel cartello stradale gettato su una vecchia panchina, l'indicazione «lavori in corso» consumata dal tempo, le cartacce, i ferri sporchi e un tronco d'albero mozzato
Oltreil degrado i bambini giocano sugli scivoli. Giovedì pomeriggio. Entriamo nel parco pubblico di Villa Paganini, sulla Nomentana a un passo dal centro storico, di fronte alla curatissima Villa Torlonia. Il verde c'è. Ma è sotto un tappeto di cartacce. Tra le panchine si scorgono buste di plastica di qualche passante che attraversando il parco pubblico, forse, non ha fatto in tempo a gettarle nel cestino. C'è un parte della villa che è recintata. È utilizzata dai dog sitter del quartiere. Lì dentro portano i cani a fare i bisogni. Forse, è la zona più pulita di Villa Paganini. Perché tutto, intorno, sembra essere abbandonato. Una parte di prato è transennata: non si può entrare per motivi di sicurezza. Eppure qualcuno lì dentro ci vive. Ha lasciato accanto alle rocce, che formano un piccolo rifugio per la notte, uno zaino e qualche sacchetto con dentro i vestiti. Più in là, sotto la panchina grigia e in parte arruginita vecchi giornali e una batteria di pentole (sì, avete letto bene). Anche altre aree sono transennate. Da più di un anno, raccontano i pensionati che passano i pomeriggi da queste parti. Passeggiando tra le cartacce di Villa Paganini si arriva finalmente all'entrata posteriore. Poco prima, sulla destra, ecco una casetta con un'insegna. C'è scritto Ama. Dentro il parco del degrado c'è una delle sedi del servizio di pulizia della città. Eppure la sporcizia è a un passo. A un passo anche da quei piccoli bimbi che giocano su scivoli e altelene, sorridenti, col rischio un giorno di scoprire i vecchi attrezzi arruginiti appoggiati su un muretto. Il pericolo è alto. Quei piccoli non sono lì per caso, non sono portati dalle loro mamme per una boccata d'aria. A Villa Paganini c'è anche una scuola materna d'infanzia.