Rissa al gazometro, chieste 5 condanne

Cinquecondanne e un rinvio a giudizio sono stati chiesti dal pubblico ministero Roberto Felici, al termine della sua requisitoria nel processo davanti al giudice dell'udienza preliminare Maria Teresa Covatta per la rissa scoppiata al gazometro del 29 marzo dello scorso anno in cui morì Gianfranco Bonavita. In particolare le condanne sono state chieste con rito abbreviato nei confronti di A.F. (14 anni e 20 giorni), M.M. (10 anni, 8 mesi e 20 giorni ) e a A.P. (10 anni, 8 mesi e 20 giorni). I tre sono accusati dell'omicidio di Bonavita e del triplice tentato omicidio tre persone facenti parte del gruppo avverso. Per V.P. e S.C.C. (accusati di rissa aggravata) il magistrato ha chiesto rispettivamente tre anni e un anno e otto mesi di reclusione. Per il sesto imputato, Massimiliano Lustri (già noto alle cronache con i soprannomi di «Er Tapparella» o «Il Robin Hood di Testaccio», ex topo d'appartamento redento che occupa case vuote per chi non può pagare l'affitto e accusato anche lui di rissa aggravata) che non ha invece chiesto di essere giudicato con riti alternativi, il sostituto procuratore ha chiesto il rinvio a giudizio. Tutti sono accusati di aver partecipato alla rissa, questi ultimi tre con l'aggravante «di aver dato corso alla mischia per motivi futili». Il gup si pronuncerà sulle richieste del magistrato il prossimo 11 novembre. Fuori dall'aula e dal Tribunale è continuato lo scontro, con insulti, tra «sostenitori» dei due gruppi avversi legati agli imputati. Lo scontro tra i gruppi che fanno riferimento agli imputati. Per evitare il peggio è stato necessario l'intervento di numerosi agenti di polizia e carabinieri per scortare tutti fino ad uscite separate degli uffici giudiziari di piazzale Clodio. Una situazione che rischia di ripresentarsi tra due mesi, quando gli stessi gruppi si presenteranno nel palazzo di giustizia per ascoltare la sentenza.