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In fuga con i 10 milioni dei risparmiatori

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Una banca e una finanziaria inesistenti, due donne promoter finanziarie (una delle quali si è resa irreperibile e ora sarebbe a Santo Domingo), una rete di riciclatori, un centinaio di risparmiatori truffati e un giro d'affari fino a 2 milioni di euro annui a partire dal 2006. Sono gli elementi di una truffa scoperta dal Nucleo di Polizia valutaria di Roma nell'ambito di un'inchiesta della Procura di Roma affidata al pm Stefano Rocco Fava. Sette gli indagati. Gli accertamenti sono partiti nel 2006-2007 dopo la segnalazione di operazioni sospette giunte da alcuni istituti di credito, riconducibili a soggetti che avevano movimentavano diversi milioni euro - fino a 2 milioni l'anno - versando assegni e riscuotendo contanti. Le Fiamme Gialle hanno così individuato due donne, Bruna Giri (che al momento sarebbe a Santo Domingo) e Maria Caterina Di Leo, che, in base alle indagini, raccoglievano il denaro dai risparmiatori, agendo in particolare a Roma, e un gruppo familiare di 5 persone che agiva per riciclare il denaro. Ex impiegate di banca, poi promotrici finanziarie, le due donne si erano messe in proprio e grazie alla fiducia della clientela conosciuta nella precedente attività, si erano costruite una propria rete di risparmiatori, per lo più persone di ceto medio-alto, professionisti e anziani. Ai clienti chiedevano di consegnare i soldi in contanti o con assegno privo beneficiario. E promettevano interessi fino al 10-12% con cedole quadrimestrali, che in un primo tempo corrispondevano, mentre poi li trattenevano, con il pretesto di consigliare ai clienti ai reinvestire gli interessi maturati. Le due donne operavano facendo sottoscrivere certificati di deposito fasulli, intestati al Medio Credito Lombardo o alla fiduciaria Solofis. Entrambi questi soggetti non esistono più: il primo è stato assorbito da gruppo Banca Intesa, il secondo da UbiBanca, due istituti di credito all'oscuro della truffa. Le somme raccolte venivano poi girate a un gruppo familiare - padre, madre, due figli e la compagna di uno dei due - che secondo gli investigatori, aveva il ruolo di riciclare il denaro e tratteneva per sé un 10% come una sorta di «commissione». Al momento sono 25 le denunce raccolte. Ma dal materiale sequestrato gli uomini della Gdf ritengono che siano oltre 100 i risparmiatori truffati. La perdita singola più alta la momento accertata ai danni di uno di loro ammonta a 800 mila euro. Nel corso delle indagini sono stati sequestrati inoltre 700 mila euro depositati su un conto corrente riconducibile ai riciclatori, 5 auto di cui una Porche da 180 mila euro, un paio di appartamenti a Monteverde, quattro motocicli. Alle due donne sono contestati i reati di abusiva raccolta e gestione risparmio, truffa, appropriazione indebita, trasferimento fraudolento di valori e ai 5 riciclatori quello di riciclaggio.

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