La nuova età dell'oro
«È un momento d'oro, per noi», scherza Glan Salvino. Glan è proprietario della Yud Preziosi di via Napoleone III, probabilmente il principale centro di valutazione e acquisto di metalli preziosi in città. Un «Compro-Oro», come si definiscono normalmente questi negozi, visto che la loro attività principale è appunto l'acquisto di gioielli d'oro usati. Un'attività redditizia, che – complici il clima economico a dir poco sfavorevole e l'aumento del valore del metallo – ha vissuto negli ultimi due anni un vero e proprio boom. «I nostri clienti sono aumentati costantemente», spiega Salvino. «Negli ultimi due anni le vendite di oro di privati si sono decuplicate». Prima della crisi, la Yud acquistava tra i 200 e i 300 chili di oro ogni anno. Adesso anche 3.000. «Non avevamo mai assistito a un incremento simile. Per noi è davvero un momento d'oro: ci siamo trovati a fare guadagni altissimi, senza alcun tipo di speculazione, registrando un fatturato di 20 milioni di euro». A vendere gioielli non sono solo le persone in difficoltà. «C'è anche chi dà via un gioiello perché non gli piace - dice Salvino - o chi vuole solo far fruttare un investimento precedente». Il momento giusto per vendere, visto che le quotazioni dell'oro sono arrivate a intorno ai 30 euro al grammo». Il valore dell'oro, in effetti, è in rapido aumento. Dopo essersi mantenuto stabile per circa 200 anni, il metallo prezioso ha iniziato – in corrispondenza al declino del dollaro – un'inesorabile ascesa. Cinque anni fa un grammo d'oro veniva pagato circa 12 euro, mentre due anni fa valeva 17 euro. «Le quotazioni – spiega Matteo Gasbarri, di Anelli.it – sono destinate ad aumentare con il tempo». Anelli.it non è un compro-oro, ma uno dei laboratori di oreficeria italiani di riferimento per il settore. «L'oro è un bene destinato ad esaurirsi con il tempo, come il petrolio. Ci sono molte miniere attive, ma la maggior parte dell'output viene utilizzato come riserva da un gran numero di stati, la Cina in primis. Un crollo del valore dell'oro, a questo punto, potrebbe verificarsi solo se decidessero, improvvisamente, di vendere tutte le riserve». Al boom di vendite ha fatto seguito, inevitabilmente, una rapida espansione delle reti di negozi compro-oro. Alla Questura di Roma ne sono registrate già 107, ma sono moltissime le gioiellerie che esercitano senza permesso. «Un tempo c'eravamo solo noi e i negozi tradizionali intorno al banco dei pegni, che sono qui dai tempi dei Papi - racconta Salvino - Adesso, invece, sono nate tante piccole realtà, spesso senza autorizzazione. E che a volte non rispettano le regole della professione, come quella di tenere gli oggetti d'oro acquistati fermi per almeno dieci giorni. Così chi l'ha venduto ha il tempo per ripensarci e recuperarlo».