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Al San Camillo pazienti come in miniera

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.Con ricoveri in barella che durano anche sei giorni. E per giunta con la luce e l'aria artificiale. E gli infermieri gli fanno compagnia. «Siamo minatori insieme a chi aspetta di sapere dove sarà ricoverato» stigmatizza il pronto soccorso sotto il piano strada, Tommaso Cedroni, delegato Rsu dell'azienda ospedaliera su via Gianicolense. Un disagio nel disagio, respirare col condizionatore. E le lampade accecano. «Perché nel bunker l'ossigeno e la luce dalle finestre non arrivano». L'alternativa c'è. «Trasferire il pronto soccorso di fronte al piano strada» chiedono gli infermieri con una petizione popolare, 200 le firme già raccolte. E c'è nostalgia per la vecchia astanteria. «Osservazione breve esiste solo sulla carta e i tempi in barella si allungano» spiega Cedroni, con i letti che bastano appena ai traumi cranici post-incidente e ai sospetti infarti in corso. E, che beffa, chi aspetta di sapere dovrà dovrà essere ricoverato finisce per contrarre anche l'infezione che gli manca. «Perché quando non c'è una boccata d'aria vera a fare da disinfettante il rischio contagio aumenta» conclude Cedroni.

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