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Tutti protestano. Noi paghiamo

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CostiUna manifestazione con 10 mila persone ci costa 215 mila euro

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.Così, alle porte dell'autunno, il sindaco Alemanno riaccende i riflettori su manifestazioni e cortei. Una vera e propria «piaga» per la vivibilità capitolina che occorre arginare con nuove regole. Quelle stesse che proprio il primo cittadino voleva riscrivere già lo scorso anno ma che, ad oggi, sono state soltanto mitigate dal prefetto. Nella lettera che il sindaco invierà domani si porrà l'accento soprattutto sul trasformare il più possibile i cortei e le manifestazioni in sit in stanziali, offrendo piazza del Campidoglio come sede d'eccellenza per le proteste e assicurando la necessaria copertura mediatica. In questo modo sarebbe più semplice inserire un «tetto» ai cortei, magari un massimo di due al mese. Un'ipotesi questa già paventata l'inverno scorso e che potrebbe essere reinserita nel confronto con i sindacati. Un confronto arricchito anche dalla proposta di Confcommercio e Confesercenti per la definizione di percorsi rotazionali in modo tale da non penalizzare sempre traffico e commercio delle stesse zone. A sostenere la posizione di Alemanno, che ha già annunciato la possibilità di introdurre un contributo a carico dei manifestanti, i numeri. In soli sei mesi si sono svolte nella capitale 525 manifestazioni, vale a dire circa 87 al mese per una media di due al giorno. Decisamente troppo per una città che deve fare i conti con le esigenze di una metropoli nella quale ogni giorno si muovono milioni di persone. I costi sostenuti dalle casse capitoline, e dunque dai romani sono elevati. Per un corteo di 10mila persone il Campidoglio spende 7mila euro per gli straordinari dei vigili, 10mila euro per Ama e servizi sanitari, mille euro per transenne e segnaletica varia, per un totale di 18mila euro. Se i partecipanti salgono a 30mila il costo sale a 41mila euro. Per le grandi manifestazioni poi, con oltre centomila persone, il Comune spende fino a 215mila euro. Cifre importanti sulle quali Alemanno potrebbe chiedere ufficialmente già domani un contributo per i servizi resi, dal quale esentare ovviamente le proteste di studenti e disoccupati. Il dibattito comunque è appena cominciato e la lettera del sindaco è una concreta proposta dalla quale partire. L'importante, tuttavia, è che stavolta si arrivi a un nuovo protocollo che fissi regole più chiare e, soprattutto, le modalità per farle rispettare.

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