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Il viaggio odissea di una mamma e del suo bimbo

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.Per più di 120 minuti un bimbo di due anni e mezzo ha pronunciato la stessa parola, alternando anche momenti di pianto. Il motivo? La madre stava discutendo con un agente di polizia e con i dipendenti della compagnia aerea alla scalo di Palermo che volevano impedirle di salire a bordo dell'aereo che li avrebbe riportati a Roma dopo le vacanze. Tutto perché il figlio di due anni e mezzo non aveva con sè un documento di riconoscimento. Una «battaglia» che è andata avanti per ore, fino a quando «la clemenza» di qualcuno all'aeroporto siciliano ha dato il «via libera» alla mamma e al minore per imbarcarsi. A far infuriare la donna, tra l'altro, il fatto che all'andata, a Fiumicino, era lo scorso 31 agosto, era salita a bordo dell'aereo senza alcun problema e senza che nessuno le chiedesse i documenti del bambino. La donna è stata una settimana, in compagnia di due amiche, presenti durante le due ore di discussioni, a Barcellona Pozzo di Gotto. Il giorno del ritorno a casa, il 7 settembre, ecco scoppiare il caos allo scalo di Palermo. «Lei non può partire», le hanno detto allo scalo. La mamma ha anche chiesto il modulo per poter autocertificare che quel bimbo, biondo come la madre, era suo figlio. Nulla da fare. Si è sentita rispondere un altro no secco. Furiosa per quello che stava accadendo ha iniziato a telefonare a chiunque potesse darle una mano. Anche in questo caso gli «addetti ai lavori» a Palermo non ne hanno voluto sapere. Erano le 14,45 quando è arrivata all'aeroporto e dopo appena 15 minuti è iniziata la sua odissea. Alle 15, è stata infatti bloccata e «rilasciata» soltanto alle 17,20: il volo era previsto per le 17,30. Ma non finisce qui. Quando ha effettuato il check in le hanno fatto pagare un sovrapprezzo poiché il bagaglio superava i limiti previsti. Soltanto, sostiene la donna, che quella borsa era più leggera rispetto all'andata perché aveva tolto i regali che aveva portato da Roma per il fratello che era già in Sicilia. Altro motivo di discussione, il fatto che all'andata non le era stato chiesto alcun sovrapprezzo per il bagaglio.

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