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«La riorganizzazione è ormai inevitabile Ma serve più equità»

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Ecoerenza: il Pd, fino a poco tempo fa al governo della Regione, deve concorrere al processo di riordino finanziario e strutturale. Anche perché la Polverini opera, volente o nolente, nel solco degli indirizzi della precedente giunta. Solo in campagna elettorale poteva valere la demagogia. Il taglio di 2.500 posti letto è doloroso e necessario. La sanità non si governa a colpi di maggioranza». Parole e pensiero di Lucio D'Ubaldo, presidente - dimissionario - di Asp-Laziosanità. A proposito, presidente. Le sue dimissioni? «Diciamo che mi limito a svolgere un ruolo di servizio minimo. Entro il 30 settembre approveremo il bilancio di previsione 2011. Dunque la continuità amministrativa è salva. Ma si può cambiare vertice anche nel giro di una settimana. Basta un cenno». Qual è il bilancio della sua presidenza? «Positivo. Abbiamo gestito con efficacia le nuove procedure di controllo sulle prestazioni sanitarie. L'Asp è diventata un laboratorio di elaborazioni e progetti. Il personale interno è stato inquadrato nei ruoli. Certo, urge una riforma che rafforzi la funzione di garanzia dell'Asp, aumenti la trasparenza delle sue attività, consenta ai cittadini d'interagire nella valutazione del lavoro tecnico-scientifico». Cosa pensa del Piano di rientro? «Ci vuole equilibrio, soprattutto tra Roma e il resto delle province. Ai sacrifici, inevitabili, bisogna associare una vera programmazione. Le strutture pubbliche devono innalzare i loro livelli di produttività, oggi troppo bassi. Si può inoltre risparmiare semplificando la rete delle Asl. Su questo in passato, col vicepresidente Ciocchetti, ho avuto modo di registrare ampie affinità di vedute. Infine, abbiamo troppe cliniche private? È vero. Tutto è cominciato negli anni '70. Alle responsabilità delle vecchie giunte di sinistra si sono poi affiancate e sovrapposte, da parte di Storace, le traduzioni in volgare del laissez faire. Molte distorsioni sono rimaste. E pure un ideologismo datato, che porta ad attaccare la ospedalità religiosa. I sacrifici vanno ripartiti con saggezza e ponderazione».Dan.Dim.

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