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Dieci mesi per una visita al cuore

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Ospedale (foto Gmt)

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«Sto male, ho bisogno al più presto di effettuare un elettrocardiogramma da sforzo». «Si presenti nell'estate 2011». Non sappiamo se la telefonata tra l'utente e l'operatore del Recup, il centro unico di prenotazione della Regione Lazio, sia avvenuta esattamente in questi termini. Sappiamo però che nelle Asl romane è impossibile essere sottoposti a quell'esame prima di giugno del prossimo anno. I più fortunati riescono a ottenere l'elettrocardiogramma a maggio. I dati relativi ai tempi d'attesa nella sanità regionale esposti nel grafico, come riferisce la leggenda, si riferiscono alla fine dell'agosto scorso ed evidenziano una situazione al limite del collasso: per un esame importante e largamente diffuso tra gli utenti l'attesa media è di dieci mesi. La disponibilità immediata c'è solo per pochissime visite mediche: chirurgica, chirurgo-vascolare, chirurgo-plastica, oncologica, pneumologica, urologica (ma anche in questo caso occorre fare alcune distinzioni: al Sant'Andrea si attende comunque fino a dicembre e a Tor Vergata le liste già arrivano invece ad aprile). Per il resto, i dati che emergono dall'attività del Recup (il servizio unico di prenotazione di esami strumentali e visite mediche) testimoniano tempi d'attesa a dir poco biblici. Nella Capitale è infatti praticamente impossibile sottoporsi a un'ecografia all'addome prima di gennaio (cinque medi d'attesa), a meno di non rivolgersi alla sanità privata. Per un ecodoppler degli arti superiori e inferiori si può aspettare fino a febbraio (sei mesi); idem per un'ecografia transrettale; per un'ecografia mammaria bilaterale fino a marzo (sette mesi); per una visita ortopedica. E anche per una mineralometria ossea computerizzata si deve aspettare febbraio dell'anno nuovo. Per non parlare delle visite ortopediche: al Sant'Andrea si aspetta fino a marzo, a Tor Vergata fino a maggio. Ma, per onesta intellettuale, bisogna anche ammettere che l'attesa è «solo» di un mese alla Asl RmA e alla RmE e di due mesi alla RmC, al San Giovanni e al Nuovo Regina Margherita. «Le liste d'attesa che emergono dai dati del Recup - attacca Claudio Tulli, segretario generale provinciale della Uil Fpl - sono decisamente una brutta fotografia del Servizio sanitario regionale. Si tratta di una situazione al limite della sostenibilità. Mancano progetti concreti finalizzati all'abbattimento dei tempi d'attesa. Che fine ha fatto, tanto per fare un esempio, l'idea di effettuare esami e visite in Asl, ospedali e ambulatori anche il sabato e la domenica? Dov'è finito il budget annunciato per l'abbattimento delle liste? Perché il privato non fornisce ancora le proprie agende al Recup? La Giunta regionale è cambiata, ma la situazione è rimasta uguale».

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