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"Il principio è giusto". E' indispensabile una norma specifica.

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Francesco Storace (Foto Gmt)

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"Il principio è giusto". Francesco Storace, ex ministro della Sanità, ex governatore del Lazio e presidente della Commissione Roma-Capitale in Campidoglio, non ha dubbi. Per sconfiggere il fenomeno della prostituzione serve un reato specifico, come ha detto il sindaco della Capitale. Una legge che in Italia non c'è mai stata. E che Gianni Alemanno vorrebbe diventasse realtà. «La prostituzione deve essere considerata un reato. È giusto. È sacrosanto», sottolinea Storace. Ma sarebbe anche la dimostrazione che l'ordinanza del primo cittadino, come lui stesso ha ammesso, non ha dato i risultati sperati. Insomma, che non ha funzionato. «L'ordinanza ha rappresentato comunque un deterrente e l'effetto positivo c'è stato. Poteva essere scritta meglio. Ci sono punti poco chiari. Come fai, per esempio, a stabilire che il semplice contatto fra presunto cliente e prostituta è passibile di multa?». Per molti è stata un'operazione di maquillage cittadino. È servita, cioè, solo a mettere la sporcizia sotto al tappeto ma non ad eliminarla. Lei che ne pensa? «Intanto, se a casa mia il salotto è pulito, l'ospite viene più volentieri. Ed essere aggrediti nella Capitale d'Italia da prostitute e prostituti non è un bello spettacolo. Poi adesso a Roma c'è un Signor Questore, un grande poliziotto. E il contrasto a ogni forma di crimine sarà forte e reale. Io mi sono già permesso di segnalare a Francesco Tagliente alcuni casi...». Ad esempio? «La situazione ancora imbarazzante di via Gradoli e dintorni. Siamo in presenza di un mercato osceno di trans e travestiti e sarebbe un bel segnale partire da lì per riqualificare la zona». Torniamo al reato di meretricio. Le sembra corretto punire soltanto quella che in molti casi è una vittima del mercato della prostituzione, l'ultimo anello di una lunga catena? «Sarà necessario prevedere una gradualità nella pena. E, poi, se il soggetto collabora, si può arrivare agli sfruttatori e ai favoreggiatori». Con tutti questi arresti le carceri straboccherebbero... «Si potrebbe fare un trattato con i Paesi di provenienza delle lucciole affinché, se vengono arrestate per il nuovo reato, ci sia il trasferimento in un penitenziario del loro Paese». Lei è per la riapertura delle case chiuse? «No. Da un punto di vista etico è inaccettabile. E sarebbe sbagliato che lo Stato riscuotesse le tasse su questo. Ma è meglio che all'aperto. Diciamo, che è il male minore, però la malattia resta». E l'ipotesi di un quartiere a luci rosse, come accade in certe capitali europee, la trova favorevole? «È la proposta più incivile che abbia sentito». Demolire Tor Bella Monaca, rifare la teca dell'Ara Pacis, ripulire la città da lavavetri, barboni e prostitute. Alemanno fa sul serio o una parte delle sue proposte sono, come dice l'opposizione, «di vetrina»? «Alemanno ha intenzioni serie, vuole lasciare un segno sulla città. È chiaro che vuole restare dov'è e sta lavorando per essere rieletto sindaco».

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