Il quartiere piange i suoi tre ragazzi
La speranza che il sacrificio di Giorgio, Simone e Gianmarco almeno serva da lezione agli amici della comitiva, ai ragazzi dei paletti di via Arrigo Davila. Nell'omelia rotta dalla commozione del parroco don Attilio c'è l'invito ai giovani dell'Appio Latino a «dare un senso alla propria esistenza» e alle mamme dei tre ragazzi morti nella notte tra venerdì e sabato nello schianto di Vermicino ad adottare la comitiva e, se necessario, «dare una sberla per farli rigare dritto». Un'omelia commovente, quella di don Attilio, che quei tre bravi ragazzi, li ha visti crescere: «Gianmarco, conoscendolo, mi avrebbe chiesto di sorridere; Simone invece di essere serio come lui era. Giorgio, invece, responsabile come sempre è stato». Sono le 16, le campane suonano a lungo e tutto il quartiere si ferma per i funerali di Giorgio, Simone e Gianmarco nella parrocchia di San Giuda Taddeo ai Cessati Spiriti. La chiesa è troppo piccola per contenere tutta Colli Albani. Protezione civile e forze dell'ordine chiudono le strade e distribuiscono bottigliette d'acqua. I sacerdoti sono costretti a scendere in strada per il rito dell'Eucarestia. La gente si ammassa sul sagrato, sul parcheggio di piazza Tacchi Venturi. Gli amici, i conoscenti, i negozianti arrivano fino alle vie limitrofe, in un abbraccio ideale alle mamme e ai parenti delle ennesime vittime della velocità. «Oggi le strade stanno diventando dei cimiteri e il cimitero si è spostato nelle strade, dove si vedono sempre più spesso fiori e foto di persone morte in incidenti. È una cosa grave che dipende dalla non manutenzione delle strade, a volte pericolose. Dipende in buona parte anche da noi, dalla nostra fretta e velocità: ci vuole educazione civica da parte di tutti - dice il vescovo ausiliario di Roma Est, Giuseppe Marciante - So che il sindaco è sensibile a questa problematica». Già, il sindaco Gianni Alemanno. Visibilmente commosso nella chiesa, come il presidente dell'Aula Giulio Cesare Marco Pomarici e il consigliere comunale Giordano Tredicine, amici da tempo della madre, del padre e della sorella gemella di Gianmarco Baldassarri. «Faremo tutto quello che dobbiamo fare. Dobbiamo lavorare a una campagna sull'educazione stradale - risponde Alemanno alle parole del vescovo - L'invito e l'attenzione alla sicurezza lanciata dal vescovo sono sempre necessarie e occorre ribadirlo con forza». Intanto, il parco della vicina via Cesare Baronio verrà intitolato a Giorgio, Simone e Gianmarco. Anche la Lazio partecipa commossa al dolore delle famiglie dei tre ragazzi, tutti «aquilotti» doc. Ci sono il presidente Claudio Lotito, il direttore sportivo Igli Tare e il calciatore Fabio Firmani. Domenica all'Olimpico contro il Bologna i biancocelesti scenderanno in campo col lutto al braccio. Quando i tre feretri escono dalla chiesa vengono accompagnati dall'applauso vibrante di migliaia di persone. Dietro, il pianto commosso delle madri dopo l'ultimo saluto di un amico che parla a nome della comitiva: «Ciao Giò, ciao Simò, ciao Gianmà. Volevamo crescere e invecchiare insieme». Una curva cieca e il muro di cinta di una villetta obbligheranno la comitiva a diventare adulta da sola, ma forse più consapevole.