Oltre cinquemila vittime l'anno.
Un'ecatombeche si abbatte ogni anno sulle strade italiane e che mette purtroppo Roma tra i primi posti nel nostro Paese. Trecentosessantasei i morti a causa di un incidente automobilistico nella capitale lo scorso anno: cinquanta in più rispetto ai caduti a stelle e strisce in Afganistan nello stesso arco temporale. Numeri impressionanti, che non considerano ovviamente i feriti, e che vanno in controtendenza rispetto alla tecnologia diffusa all'interno delle nuove autovetture. Allarmi d'ogni tipo, sistemi anti-crash che farebbero invidia a un'astronave vengono montati ormai quasi di serie su tutti le automobili delle ultime generazioni. Ma la tecnologia può solo attutire un fenomeno che sembra invece destinato a far registrare solo lievi flessioni. Perché più tecnologia equivale anche a più potenza e quindi più velocità. Il problema è alla radice e riguarda soprattutto i giovani troppo spesso alla guida senza la giusta concentrazione e magari dopo aver bevuto una birra di troppo: «Tanto quella non ubriaca...». Vero, ma allenta i riflessi di quel che basta. Su di loro si può intervenire alzando il livello di capacità individuale, ma soprattutto cercando di insegnare una cultura della disciplina in auto che sulle nostre strade sempre più congestionate, può significare salvare qualche vita in più. Almeno proviamoci!