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Case abusive a rischio alluvione

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MassimilianoVitelli Duecento metri e un muro coperto da filo spinato. Separa i negozi alla moda del porto turistico di Ostia dalle baracche dell'Idroscalo. Qui già si iniziano a studiare soluzioni per tamponare future alluvioni. Alle prime piogge dopo l'estate tutto si allaga. È così ogni anno e presto l'acqua arriverà. Perché l'Idroscalo è zona di esondazione. E se il Tevere straripa qui, Ostia è salva. Ma qui ci vive un centinaio di persone. «Oltreconfine» si vive così, con un occhio al cielo e un altro al tetto. Centinaia di persone vivono ancora tra la riva del mare e l'argine del Tevere. I bambini non giocano con il Lego, aiutano mamma e papà con calce e cemento a chiudere buche e crepe nei muri di casa. Quando il vento tornerà a soffiare dal mare saranno di nuovo guai. Solo poche abitazioni sono regolari ma quasi tutte, anche le abusive, hanno gli allacci delle utenze in regola. In molti sanno ma chiudono un occhio. Ogni anno i residenti abusivi ricevono una multa di duemila euro e un avviso di sgombero. Saldata la multa però, niente sgombero e ci si rivede l'anno dopo. La multa, per occupazione del demanio pubblico, diventa così a tutti gli effetti un affitto mascherato. Quasi tutte le strade sono inagibili. L'unica novità sembra essere stata l'arrivo degli zingari e degli immigrati. La maggior parte delle costruzioni ha i tetti in amianto, gli interni pericolanti, muffa e crepe sui muri. Qui bimbi dormono, studiano, giocano e si ammalano. Molti soffrono di problemi respiratori, i certificati medici lo attestano. Sono i figli di quelli «al di là del muro», costruito forse perché, a volte, anche vedere dà fastidio ed è più facile ignorare che risolvere.

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