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Ci risiamo.

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Inutilenegarlo, inutile cercare di essere politicamente corretti a scapito della realtà. I campi nomadi, quelli disorganizzati, improvvisati e fuori da ogni controllo e ogni regola, danno fastidio. Sono una sorta di metastasi della micro-criminalità, del degrado e dell'accattonaggio nel cuore di molti quartieri cittadini. E nessuno li vuole. Da qui nasce la polemica «comunale» tra Ciampino e Roma. Il primo, nella persona del suo sindaco, è contrario all'ampliamento del campo della Barbuta. Il secondo, attraverso il suo assessore ai servizio sociali, spiega che, solo «una volta eseguiti i lavori di ristrutturazione, l'area ospiterà «un massimo di 600 persone». Il primo cittadino Simone Lupi accusa l'assessore Simona Belviso di aver mentito, negando l'allargamento del campo. Lei nega di aver negato. E va bene. Anzi, va malissimo. Ma veniamo al punto. Ieri Lupi ha incontrato il Prefetto: «Al termine dell'incontro - ha detto - ho convocato in seduta straordinaria la giunta insieme al presidente del consiglio comunale. Si è convenuto, all'unanimità, nel ribadire il parere contrario al raddoppio dell'insediamento». A parte il fatto che La Barbuta è nel territorio del X Municipio, quindi del Campidoglio, questi rom qualcuno li dovrà aver per vicini o no? Il motto «non nel mio cortile» esteso a tutti i cortili della città non funziona. E se gli accampamenti non saranno regolamentati e messi in sicurezzza non ci sarà sicurezza neanche per i romani.

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