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Jacopo non è morto per una lite

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Policlinico Casilino

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Il figlio è nato vivo. Ma poi è morto. Questo solo conta per i genitori che ora chiedono di sapere perché il loro bimbo non c'è più. L'ultimo sguardo a Jacopo, il maschietto tanto desiderato dopo due femminucce, è all'obitorio del Verano. Ieri pomeriggio il pool del medico legale Antonio Grande ha eseguito l'autopsia sul neonato, deceduto due giorni dopo il parto. Ci vorranno 15 giorni per sapere cosa è successo quel maledetto 28 agosto al policlinico Casilino, dove ogni anno nascono 2.000 bambini. La famiglia sospetta negligenze. E una lite tra ostetriche. Il pm di turno Francesco Caporale indaga per omicidio colposo, ma non ci sono indagati. E una volta conclusi gli atti urgenti invierà il fascicolo al pool specializzato in colpe professionali. La governatrice del Lazio Renata Polverini ha parlato con la mamma di Jacopo. Ha disposto un'ispezione. «Pronti a collaborare con la magistratura» ha detto esprimendo «fiducia nella professionalità del personale medico e ostetrico del nostro sistema sanitario». Si augura «non si sia trattato di un caso di mala sanità». Vorrebbe crederlo anche il papà di Jacopo, Giancarlo, 30 anni, operaio. «Mi auguro con tutto il cuore che il mio Jacopo non sia morto per un errore ma non ci credo» ha detto. «Che bello il mio bambolotto» continua a ripetere Selene, 26 anni, già madre di due belle bimbe di 6 e 3 anni, al terzo cesareo. E bello Jacopo lo era davvero. Era nato paffutello, pesava 3 chili e mezzo, quando giovedì alle 20.45 ha emesso il primo vagito. Ma per quel fagottino lungo 50 centimetri è iniziato un calvario terminato come sappiamo. Il piccolo avrebbe avuto problemi respiratori nelle ore successive al parto, forse per l'ingerimento di liquido amniotico. Messo in incubatrice nel corso della notte si sarebbe tolto l'ausilio meccanico senza che nessuno intervenisse. E ci sono le accuse della famiglia sui tempi lunghi del trasferimento in altro nosocomio. Tanti dubbi. La lite tra ostetriche c'è stata o no? Il legale della famiglia Eliana Furlan ieri ha detto che «non è stata una cosa come Messina (la rissa in sala parto, ndr). Per il pm, un'eventuale lite non c'entra con la morte di Jacopo, nato sano. Su questa lite circolano almeno due versioni. Si è parlato di lite «per cambio turno». Il Policlinico spiega che «il bimbo è nato alle 20.45 ed il cambio turno è alle 22». Si è detto anche che il «diverbio sarebbe avvenuto tra ginecologi e ostetriche sul cesareo». «Sono i ginecologi a stabilire se eseguire l'intervento - spiega l'ospedale - e in questo caso l'indicazione del cesareo era assoluta per i due pregressi cesarei. Ne è prova la programmazione di un cesareo di elezione per il 7 settembre». Il tubicino. Può un neonato staccarselo? «Può accadere perché nei neonati non è fissato come negli adulti» ha spiegato il primario del Pronto Soccorso, Adolfo Pagnanelli, ds facente funzione, che ha detto che la governatrice Polverini ha avocato a sé la facoltà di tenere i rapporti con la stampa. Ancora dubbi. La gravidanza. Per la famiglia «Selene non ha mai avuto problemi - dice Furlan - per questo ci sembra strano che l'esito sia stato così infausto». La ragazza pesava più di un quintale. E l'ospedale sostiene che «durante la gestazione è entrata e uscita dal pronto soccorso 8 volte». La sindrome metabolica, altro dubbio. Sarebbe una patologia genetica che accomuna i familiari? Ma sulo stato di salute delle altre due figlie della coppia e sui «problemi metabolici» di cui si è parlato l'avvocato ha risposto: «a me questa notizia è sconosciuta. Per quanto ne so le altre sue figlie stanno bene».

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