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Liberò dal potere del Campidoglio la XIV circoscrizione

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.Durante un comizio. Parlando di politica, di ciò che s'ha da fare per migliorare l'Italia. E, come Berlinguer, Giancarlo Bozzetto ha dato il cuore per il partito comunista. Proprio dalle file del Pci, quando era consigliere regionale del Lazio, presentò il disegno di legge che, il 4 aprile 1992, diede vita al Comune di Fiumicino. Strappando a Roma porto, aeroporto e la fetta più fertile dell'agro. C'era soltanto lui e uno sparuto gruppetto di giornalisti quella fredda mattina di primavera a tenere a battesimo il neonato comune. Veneta, di origine, era la famiglia. Lui però era nato a Fiumicino e si sentiva indissolubilmente legato a questa terra di contadini, pescatori e mercanti. L'amava e ne era ricambiato. Un amore scoppiato a quattordici anni quando aveva iniziato a lavorare come operaio. Poi sindacalista. Quindi la passione politica, come socialista. Una breve tappa al Psiup e quindi l'approdo al Pci. Partito con cui è stato consigliere comunale e consigliere regionale. Per poi seguirne le trasformazioni nel Pds, nei Ds, fino alla virata in Sinistra, Ecologia e Libertà. Dopo essere stato presidente della ex XIV circoscrizione maturò il progetto indipendentista. Divenendo l'anima della lotta di Fiumicino contro Mamma Roma che ai satelliti balneari aveva succhiato soldi e risorse senza dar nulla in cambio. «Giancà facce sognà», gli ripetevano i compaesani alla vigilia del divorzio da Roma. E lui, sorriso sornione, simpatia straripante, quel sogno lo realizzò. Riuscendo a trasformare in dieci anni da sindaco una degradata periferia in una città fiera, orgogliosa, che guarda al futuro. Per tutti (e per sempre) Bozzetto sarà il Papà di Fiumicino.

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