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«Vi prego, ditemi che non è vero nulla ...

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ConSaverio ci siamo conosciuti poco più che ragazzini, ho conosciuto la tua splendida famiglia. No, non è vero. Dimmelo tu che non è vero niente». Da una pagina di facebook Daria ricorda l'amico di una vita. È sconvolta. La notizia l'ha avuta così, navigando nel mare virtuale della Rete. E purtroppo sì, è tutto vero: apri il computer, ti colleghi e Saverio non c'è più. Una curva ed ecco, quel ragazzo sorridente e bellissimo se n'è andato per sempre, portato via da un maledetto incidente stradale. Non sa ancora Daria, e non lo sanno tutti gli altri, che a uccidere Saverio Falchi molto probabilmente è stato un pirata della strada: per adesso - questi sono gli ultimi giorni di luglio - si sa solo che Saverio è morto all'improvviso. Sopra, nella sua pagina internet sul social network, c'è un bel primo piano del giovane uomo, forse al lavoro, con la camicia bianca, la cravatta. Appena sotto, i commenti degli amici e perfino dei parenti. «Mi manchi da morire, ti voglio un mondo di bene, aspetto con ansia il giorno ke potrò riabbracciarti forte a me, tua sorella. A presto fratellone mio»: è questo il messaggio di Carla Falchi. Per ricordarlo lei ha scelto di cambiare la foto del profilo con una di Saverio, e subito Veruska scrive sotto: «È bello vederlo, ma anche un grande dolore nel cuore! Un abbraccio Carla». «Ci manchi in modo tremendo, come faremo senza di te? A presto fratello mio, tvtb, Carla», scrive ancora la sorella. E fa impressione seguire la successione temporale che porta dalla «banale» serenità di ogni giorno alla tragedia: le foto, i commenti di Saverio, poi le lacrime degli amici. Lo racconta bene una foto sulla bacheca pubblicata dal ragazzo il 13 luglio, una decina di giorni prima di volarsene via per sempre. Si vede una moto in pista, la «piega» della curva che rasenta il muro. «Questa è bella... se si arriva ad avere questa sensazione, allora si che stai andando FORTE!!!!», scrive Saverio, l'ultimo commento dedicato alle amate motociclette. «E pensare che questo è stato l'ultimo link commentato da Saverio – annota il 28 luglio Tiziana – ciao Save.. ti voglio bene». Più indietro nel tempo, ecco il messaggio con cui mette in vendita una velocissima Yamaha R1, lui che la pista sapeva tenerla eccome, ma che mai e poi mai avrebbe corso dei rischi inutili in strada, nel traffico. «Telefonare ore pasti...a Savè, magna pure tranquillo», lo sfotte un amico, e lui subito risponde scherzando: «Ahahahha, ciccio te piacerebbe». Nel dialogo entra anche il fratello Flavio: «Telefonare dopo ore 22 ...a Savè dormi tranquillo». Piange subito sotto Tiziana: «L'ultimo dei tanti scherzi tra Flavio e Saverio...che dolore nel cuore...». «Vallelunga, sto arrivando!!!!», quattro punti esclamativi e un post che racconta chi era davvero Saverio Falchi, il suo amore per le due ruote. «Ma quello della foto sei te?», chiede Federica. «No, è Valentino, ma non è che io non sia capace, è che non mi ha ancora fotografato nessuno...», scherza Saverio. Più sotto un test, «Quanto ne sai di moto», e il risultato è chiarissimo: «Sei l'incarnazione del motociclismo sportivo. Hai le due ruote nel sangueà La tua è una passione sincera e viscerale. Per te la Toscana è il Mugello, la California è solo Laguna Seca... non esiste altro. Complimenti». Difficile per tutti credere che proprio la strada e le due ruote se lo sarebbero portato via. Anzi, quasi impossibile crederci. Prima di scoprire, dalle ultime parole di Saverio prima di morire, che forse c'è un'altra verità su cui far luce: quel furgone fantasma che ora bisogna trovare. Sil. Man.

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