La divisa non fa più paura
Il braccio spezzato o la testa presa a sassate dal venditore ambulante che vuole evitare il sequestro della merce; il naso rotto per sedare un lite tra moglie e marito, oppure schiaffi e calci sferrati da chi ha alzato un po' troppo il gomito. Ultimamente le forze dell'ordine hanno vita difficile, ma soprattutto devono avere la pelle dura per sopportare le aggressioni che subiscono a un ritmo crescente. Specialmente dagli stranieri. Le ultime. 22 agosto: all'Esquilino, un napoletano di 45 anni zigzaga con la moto, fermato si rifiuta di sottoporsi all'alcoltest e salta addosso ai carabinieri. Il 20: Fidene, i vicini di casa chiamano la polizia perché due coniugi algerini nel palazzo stanno litigando da far paura. Gli agenti arrivano e moglie e marito si scagliano contro di loro. Risultato: i poliziotti sono finiti in ospedale con 30 e 8 giorni di prognosi. Arrestato lui, denunciata lei. Il 18: in Centro, a piazza della Cancelleria scoppia la rissa, arrivano gli agenti delle volanti del 113 e le prendono anche loro. Fino al 31 luglio, per resistenza a pubblico ufficiale, la polizia ha eseguito 280 arresti, circa settanta i carabinieri. L'oltraggio non è l'unico motivo delle manette, spesso si accompagna a comportamenti già illegali come ubriachezza, rissa, furto o clandestinità, quindi il soggetto reagisce per sfuggire alla cattura. I più rivoltosi sono gli stranieri, romeni e nordafricani, seguiti dai romani. Le zone col numero più alto di fermi sono anche quelle dove ci si diverte di più: il centro storico e Ostia, il litorale. Anche i vigili urbani non sono esenti dalle botte. Anzi, le aggressioni contro di loro sono le più eclatanti: basti ricordare gli agenti municipali a Tor Bella Monaca accerchiati e picchiati per aver osato chiedere i documenti al giovane guappo proprietario di un motorino. Anche i parenti sono scesi in strada a menare. Dal 2008 il Comune di Roma ha varato il regolamento che autorizza i vigili a portare la pistola. Gli addetti del Corpo sono 6.500. A fare richiesta dell'arma sono stati oltre tremila. Nel marzo scorso hanno messo il cinturone i primi trecento e oggi il 55% del personale possiede l'arma d'ordinanza. «Le aggressioni - spiega il segretario del Sulpm, Alessandro Marchetti - sono diminuite di circa il 40 per cento. La pistola ha fatto il suo effetto». Insomma, c'è meno rispetto per l'uniforme? «Assolutamente no - tiene a precisare il questore di Roma Francesco Tagliente - I dati non rivelano alcuna animosità nei confronti delle forze dell'ordine, nessun atteggiamento ostile. Peraltro i numeri lo dimostrano, la maggior parte degli arresti sono di soggetti stranieri, che commettono il reato di resistenza in conseguenza di un altro, per cui reagiscono per evitare la cattura». Dello stesso avviso il comandante provinciale dei Carabinieri, il generale Vittorio Tomasone. «Le persone rispettano ancora l'uniforme - dice -. I casi di oltraggio si verificano in situazioni in cui l'oltraggio è conseguenza di comportamenti scorretti precedenti, come allo stadio, o in stato di ubriachezza, sotto l'effetto di droga o durante una rissa. L'uniforme è sempre l'uniforme».