Favela con parcheggio privato
Al confine di Ostia, dove il centro abitato finisce per lasciare la terra alla boscaglia che porta verso il canale dei Pescatori, inizia un'altra piccola città. Immersa tra arbusti e piccoli sentieri, a poche centinaia di metri dallo stadio «Pasquale Giannattasio», sorge una baraccopoli con tanto di numeri civici e cassette della posta fuori appese dalle recinzioni delle abitazioni di bandoni e legno. La favela di Ostia ha due entrate. Vi si accede sia dal canale dei Pescatori che da via Mar Rosso. Entrambi gli ingressi possono vantare un parcheggio «privato» per le auto dei residenti. Addentrarsi nel piccolo villaggio abusivo è tutt'altro che agevole. Sentieri naturali nati dal ripetuto passaggio di uomini e veicoli sono l'unico percorso possibile per raggiungere le fatiscenti costruzioni. Tutte le baracche, con annesso terreno, sono recintate. Alcune montano sul tetto antenne e parabole, altre, scalda-acqua a penneli solari. Molte hanno una roulotte come dépendance. Durante il giorno è difficile incontrare qualcuno ma, al calare delle tenebre, la favela inizia lentamente a popolarsi. Poche decine di persone, prevalentemente di origine polacca, varcano l'immaginario portone che segna il confine tra le luci della città e il buio della macchia, scomparendo come ombre nella fitta vegetazione. Tutto questo accade oramai da diversi anni, tra qualche lamentela da parte dei residenti «regolari» di Ostia e il silenzio-disinteresse da parte del XIII Municipio. Gli interventi, ciclici, per bonificare la pineta di Castelfusano da alcuni piccoli insediamenti abusivi, restano atti dovuti e legittimi di ripristino della legalità. La mancanza però di una stessa opera di recupero di quest'area verde borderline con le vie cittadine lascia molte perplessità. Eppure da Castelfusano dista un tiro di schioppo. La pineta è al di là del canale. Al di qua le baracche e la boscaglia che le ricongiunge agli eleganti palazzoni in via Mar Rosso. Lo scorso inverno, la zona, fu anche sottoposta ad un'analisi da parte del XIII Municipio per il prolungamento di via Mar Rosso fino al canale dei Pescatori, riducendo il traffico. Difficile credere che non sia stato effettuato neanche un sopralluogo nella favela che si trova proprio sul percorso disegnato per la «liason» d'asfalto. Difficile credere che nessuno sia a conoscenza di ciò che accade al di qua del fiume e tra gli alberi di Ostia Levante.