Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Dalle corse ai concerti in sei campi da calcio

default_image

  • a
  • a
  • a

Lasua storia, tra giochi, carri e mercati, era già segnata ai tempi di Romolo. Lì avvenne quella che è una delle vicende più antiche e leggendarie della storia di Roma. È il Ratto delle Sabine. Romolo, pochi giorni dopo aver fondato la cità, chiese alle popolazioni vicine di stringere alleanze per ottenere delle donne e proliferare. I vicini rifiutarono. Così, l'astuto, organizzò su quella «prateria» uno spettacolo, con tanto di giochi, per attrarre i Sabini. Ci riuscì. E rapì le loro donne. Su quella terra, circa 150 anni dopo, tra il Palatino e l'Aventino, il re Tarquinio Prisco fondò il Circo Massimo, destinato alle corse con i carri. È considerato il più grande edificio per spettatori di tutti i tempi. Al massimo della sua estensione, nella piena età imperiale, misurava come sei campi da calcio: 621 metri di lunghezza per 200 di larghezza. Ospitava fino a 300 mila persone. Per alcune centinaia di anni le sue strutture rimasero in legno. Solo dopo il II secolo a.C. furono costruite le prime opere in muratura, da dove partivano i carri da corsa sul lato corto occidentale, e furono collocate sulla spina le sette uova di pietra che servivano al conteggio dei giri. L'assetto defnitivo del Circo si ebbe solo nel 46 a.C., grazie all'intervento di Cesare. Mentre nel 33 a.C. Agrippa aggiunse sette delfini di bronzo, che avevano la stessa funzione delle uova. Fu Augusto, invece, a far costruire il palco imperiale dalla parte del Palatino, assieme a un'edicola in onore delle divinità, che presidiavano gli spettacoli. Inoltre, fece innalzare al centro l'obelisco di Ramsete II, alto quasi 24 metri. Nei secoli, due incendi sgretolarono il Circo. Il primo, meno importante, nel 36 d.C.. Il secondo lo distrusse: era il grande incendio neroniano del 64 d.C.. Ma venne ricostruito da Traiano nel II secolo d.C. e abbellito dagli imperatori Caracalla, Costantino e Costanzo II. L'uso del Circo Massimo durò a lungo. Nonostante le proibizioni e gli ammonimenti della Chiesa (i fornici che sostenevano le gradinate erano rifugio di gente di malaffare), furono organizzate migliaia di competizioni fino al suo ultimo spettacolo, nel 549. Oggi, dopo anni di abbandono, gode di una rinnovata popolarità tra i giovani. Su quella macchia verde i romani fanno jogging, si ritrovano per organizzare feste, si siedono a terra per bere una birra, festeggiano uno scudetto, ospitano i più popolosi concerti della città. Come se una città intera fosse costantemente attratta dal suo fascino.

Dai blog