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Un contributo per i cortei L'idea (giusta) di Alemanno

Roma, la manifestazione dei terremotati de L'Aquila per il congelamento della tasse

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A Roma ci sono, in media, due manifestazioni al giorno. Quasi tutte nel centro storico. A volte sfilano milioni di persone, che sbarcano nella Capitale con centinaia di pullman o treni organizzati con cura da partiti politici o sindacati. Altre volte, invece, i manifestanti sono poche decine. In entrambi i casi la città eterna e i suoi residenti pagano un prezzo altissimo. Poi ci sono i costi a carico del Campidoglio per la pulizia, la viabilità, la sicurezza.   È la solita storia: Roma riceve fondi dallo Stato come se fosse un qualsiasi capoluogo di provincia ma deve sostenere spese di un caos nazionale che scende in piazza, invade e protesta lasciandole il conto da pagare. Ci hanno provato tanti, negli ultimi anni, a porre un freno ai cortei, a regolamentarli. Innanzitutto i prefetti. Hanno riunito intorno a un tavolo sindaci, sindacalisti, esponenti dei partiti per coniugare il diritto allo sciopero con quello a lavorare in una città che suo malgrado è il palcoscenico di ogni malumore nazionale di categoria. Sono stati firmati protocolli che stabilivano percorsi e orari alternativi per cercare di non intasare la Roma che lavora. Impresa impossibile. Ogni volta finita nel cassetto. Ora il sindaco Alemanno lancia un'idea. Il primo cittadino vorrebbe chiedere un contributo alle grandi sigle che organizzano le grandi fiumane. Per disoccupati e giovani resterebbe tutto gratis. Chi è arrabbiato e non ha alle spalle vistose insegne non paga. Alla fine si tratterebbe di un parziale rimborso per i romani che non possono circolare, che impazziscono per trovare, loro, percorsi alternativi, per andare al lavoro o, semplicemente, per spostarsi. Del resto quando c'è uno sciopero Roma diventa un ingorgo senza sbocchi, una pattumiera di bottigliette e volantini, per cui avere un contributo per la scocciatura è piccola cosa. Diciamolo in modo chiaro: il diritto a manifestare è intoccabile. Ma ne esiste un altro che va tutelato alla stessa stregua e che invece a Roma è da sempre minimizzato: la libera circolazione di mezzi e persone, che ha la stessa intoccabilità costituzionale. Ma molti sembrano fare finta di niente. La sinistra innanzitutto. Dimentica che furono proprio Rutelli e Veltroni i sindaci anti caos, che immaginarono per primi di contenere i disagi delle manifestazioni. All'epoca si lanciò l'idea di spostare i cortei addirittura negli spazi enormi, deserti e distanti di Tor Vergata. Ma molti hanno perso la memoria e adesso fanno i paladini della libera rivolta. Meglio tornare ai vecchi adagi: chi sporca paga.  

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