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I sindacati lo chiamano gossip

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Cgil,Cisl, Uil e Ugl respingono la proposta al mittente. Se ci vogliono imporre questa tassa, dice il segretario confederale Uil Carmelo Barbagallo, «allora siamo pronti a chiedere i diritti televisivi delle manifestazioni e il contributo statale per il consumo di scarpe. È una boutade di Ferragosto. Un governo di centrodestra che vuole abbassare le tasse - spiega Barbagallo - non può inventarne di nuove. Alemanno cerchi di far pagare le tasse a chi non le paga». Per il segretario confederale della Cisl, Gianni Baratta, è «il solito gossip estivo che nasce e muore con gli incontri di Cortina. La Costituzione prevede il diritto di sciopero e di manifestare e non prevede il rimborso dei costi sociali. Alemanno allora metta la tassa per le manifestazioni politiche e non quella per i lavoratori che perdono il posto». «È una proposta che va respinta al mittente - commenta Claudio Di Berardino, segretario Cgil a Roma e nel Lazio - perché ritengo assurdo tassare i diritti e la democrazia». Il sindacalista parla di «democrazia pagata», «mi chiedo poi che fine ha fatto l'anima sociale di questa destra dopo due anni di amministrazione». Più «morbido» il commento del segretario laziale dell'Ugl, Gianni Fortunato, che respinge l'idea di una tassa e ribadisce che «una parte del sindacato ha già responsabilmente affrontato la questione cortei con i due accordi del 2009 siglati con il Comune di Roma». Fab. Per.

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