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Nelle periferie la sicurezza è a mezzo servizio

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Cosìcome bene ha fatto il prefetto a denunciare un'altra annosa piaga della sicurezza. Vale a dire la carenza, o meglio, l'assenza di caserme o commissariati nelle periferie, soprattutto nei nuovi quartieri. «Roma è cresciuta a dismisura e dovremo rivedere i presidi - sostiene Pecoraro - perché alcune zone periferiche non ne hanno, mentre molti sono in centro. Alcuni quartieri sono nati senza prevedere nè caserme, nè commissariati. Questo è assurdo, perché andavano previsti insieme alle abitazioni e ai centri commerciali. Ogni volta bisogna raggiungere questi quartieri con le automobili e questo significa dispendio di risorse». Un problema ormai non più procastinabile, quello di realizzare nuovi presidi delle forze dell'ordine. Basti pensare che l'ultimo «taglio del nastro» di una caserma o di un commissariato è avvenuto oltre vent'anni fa. Un punto essenziale dal quale ripartire, così come il contrasto al fenomeno della prostituzione. Le multe da sole non bastano. Occorre una legge nazionale. Serve, insomma, un lavoro di squadra. Il solo in grado, se non di risolvere i problemi, certamente di individuare la strategia da attuare. Non a caso, il commento del sindaco Alemanno sui dati positivi della sicurezza capitolina punta dritto proprio al lavoro di squadra che hanno saputo compiere le istituzioni. Un messaggio anche al governo al quale verrà subito proposta, nella persona del ministro Maroni, la proroga di sei mesi di Pecoraro quale ommissario per l'emergenza nomadi. Squadra che vince, non si cambia. Mai. Susanna Novelli

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