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È la solita storia.

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L'obiettivostavolta sono nientemeno che le Olimpiadi 2020. Un obiettivo straordinario non solo per Roma ma per l'Italia intera. Ma non basta al Codacons che ieri ha annunciato di aver fatto ricorso al Tar del Lazio contro la candidatura di Roma ai Giochi Olimpici del 2020, e ribadisce «la sua contrarietà all'iniziativa fino a quando non saranno risolti almeno i principali problemi in tema di viabilità, raccolta rifiuti e disservizi per i cittadini. L'amministrazione comunale - spiega il presidente Rienzi - farebbe bene a farsi carico prima dei problemi dei romani e poi semmai pianificare eventi internazionali prestigiosi come le Olimpiadi. Se gli assessori sono pronti ai Giochi, le associazioni in difesa dei consumatori sono altrettanto pronte ad opporsi finché sarà necessario». Contrastare la candidatura olimpica, e soprattutto con queste motivazioni, pecca di originalità. E pone più di una riflessione non solo sul ruolo delle associazioni a difesa di cittadini o consumatori a dir si voglia, spesso silenti in settori assai importanti, ma anche sull'incomprensibile legame tra l'ordinaria amministrazione e la straordinaria opportunità di ospitare i Giochi del 2020. Viatico strategico per risorse, sviluppo e modernizzazione proprio nei servizi ai cittadini.

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