Artisti, movida e tradizione Il quartiere delle stelle cadenti
Capita una volta l’anno. Per un giorno San Lorenzo fuori le mura, per i romani la chiesa del commiato diventa luogo di festa. Oggi è il giorno delle stelle cadenti, delle lacrime di Lorenzo. E che dà il nome a uno dei quartieri più originali della Capitale. Un momento particolare per uno dei quartieri più emblematici della Capitale ma con un unico filo conduttore: il popolo. Dalla piccola baracca dove cento anni fa Anna Maria Montessori per prima sperimentò il metodo d'insegnamento per l'apprendimento dei bambini difficili, alla presenza dei centri sociali, dalla casa dello studente di via De Lollis all'artigianato degli scalpellini, da sempre protagonisti dei marmi che adornano la basilica e il cimitero monumentale del Verano. Sono questi artigiani, eredi degli antichi cosmati autori di vere e proprie opere d'arte nella basilica voluta da Costantino, a contendersi la piazza con i fioristi, rendendo il piazzale del Verano unico nel suo genere. Tante piccole botteghe a fare da «frontiera» per l'ingresso al quartiere, via dei Volsci, largo degli Osci, piazza dei Caduti, via dei Sabelli, via dei Campani. Piccole strade dove si respira la Roma popolare e popolana, dal volto scompigliato, colorato da graffiti, slogan, murales che non risparmiano nulla: cartelli stradali, saracinesche dei negozi, portoni, citofoni e persino un'edicola sacra all'angolo di Villa Mercede. Un volto, quello del quartiere di San Lorenzo segnato dalla storia. E dalla sofferenza. Le bombe del '43, una ferita che si rinnova ogni diciannove luglio, quando si ricorda l'orrore della seconda guerra mondiale e il sacrificio delle vittime. San Lorenzo che ha saputo ricostruire quei palazzi venuti giù e reinventarsi in epoca recente come luogo di giovani, vita, creatività. Facile trovare oggi gallerie d'arte e laboratori artigianali, trattorie tipiche e pub fianco a fianco, senza divisioni. Perché a San Lorenzo le diversità si annullano in nome di un'unica comunità. Così la ricorrenza di oggi che, come tutte le feste dei patroni, mette insieme la celebrazione religiosa e l'incontro popolare. Lo conferma il parroco della basilica, padre Bruno dei frati minori cappuccini. «Stasera brilleranno le luminarie sulla facciata - spiega - ci saranno fuochi d'artificio e nel piazzale le bancarelle con la loro allegria. Alle 19.30 il vescovo Monsignor Guerino Di Tora officierà la messa, al termine una processione partirà dalla basilica fino alla parrocchia dell'Immacolata. Al ritorno ci sarà la benedizione con le reliquie di San Lorenzo». Un appuntamento talmente sentito «che i residenti del quartiere vanno in vacanza soltanto dopo il 10 agosto». E con la benedizione in tasca. Vita e morte, sacro e profano, sono le due anime di San Lorenzo. Ben racchiuse nell'immagine del night club «Chanel» dove si balla la lap dance, tra via dei Galli e lo Scalo di San Lorenzo, tra negozi di marmisti, agenzie funebri e vista sull'ingresso del Verano. Una particolarità di un pezzo di cuore di Roma dove ritmi e orari si capovolgono. E tutti si danno del tu. Provare per credere. Si dorme di giorno e si vive di notte. Quando migliaia di studenti, finite le lezioni alla Sapienza, si riversano nei locali della movida sanlorenzina. «Dove - dice Francesco, 24 anni, studente fuori sede di Fisica - ci si diverte senza spendere fortune. Qui la sera è un crocevia di ragazzi che vengono da ogni parte di Roma. Alcuni anche da fuori». Da quartiere di "periferia" a piccola Montmartre. Ambìta per i suoi loft e i monolocali che affacciano direttamente sui ballatoi delle vecchie case popolari ora vendute a prezzi borghesi. Una metamorfosi che rischia di snaturare il quartiere. Ma non stasera. Durante la notte di San Lorenzo, in cui ogni lacrima o stella cadente che balugina nel buio della notte, è un desiderio e una speranza.