Il Bilancio nel mirino di S&P
Avviso agli investitori. Il Comune di Roma, nonostante tutti gli sforzi per far quadrare il Bilancio, secondo Standard&Poor's sarebbe meno affidabile. L'agenzia internazionale di rating ha rivisto il voto (da A+ a A', nel linguaggio tecnico è un abbassamento di fiducia nella capacità di un debitore di far fronte alle rate) della Capitale. Il motivo: nell'ultima manovra finanziaria i fondi per Roma sono passati da 500 a 300 milioni. Tanto basterebbe, secondo S&P, a rendere il supporto finanziario dello stato meno forte e di conseguenza le casse della Città meno sicure. Una valutazione al ribasso che a pochi giorni dall'approvazione della Manovra capitolina suona come uno schiaffo. L'agenzia spiega che il supporto economico statale condiziona non poco la gestione ordinaria dell'Amministrazione e il raggiungimento degli obiettivi finanziari. Il governo ha chiesto infatti al Campidoglio di migliorare i propri risultati di bilancio attraverso misure di contenimento della spesa, ma nella Manovra gli strumenti per raggiungerli sarebbero ancora troppo vaghi. «Così vaghi da contraddire, attraverso la previsione di un sostanziale disavanzo di parte corrente, le richieste di Palazzo Chigi» spiega l'agenzia, i cui tecnici stimano che a partire dal 2011 i trasferimenti ordinari dello Stato saranno molto ridotti con il rischio di deteriorare ulteriormente il profilo finanziario del Comune. Il Campidoglio non ci sta. Il compito di restituire lo schiaffo è affidato all'assessore al Bilancio Maurizio Leo: «Le valutazioni e le analisi di Standard&Poor's sono approssimative e si basano su presupposti infondati - per questo il Comune si riserva di assumere tutte le iniziative necessarie a tutelare l'Amministrazione nei confronti di enti e istituti che gettano discredito sull'azione di risanamento intrapresa». «S&P - aggiunge Leo - giunge a conclusioni sbagliate e che non tengono conto né delle novità legislative varate dal Governo su iniziativa dell'Amministrazione fin dall'inizio del 2010 per garantire la separazione tra gestione commissariale e ordinaria, né delle misure che il Campidoglio ha varato in Bilancio per far tornare i conti in equilibrio tagliando gli stipendi dei dirigenti, le spese per il personale, contenendo l'indebitamento e riducendo la spesa per beni e servizi». «Proprio ieri - ha ricordato Leo - il Ministero ha firmato il decreto che accerta l'entità del debito della gestione commissariale. Ora sarà quindi possibile attivare le risorse necessarie a far rientrare il Comune anche di questi crediti».