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Colpo al cuore del S. Filippo Neri

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SanitàIl taglio bloccherebbe il potenziamento dell'ospedale, già finanziato

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.Con il destino del San Filippo Neri, e il relativo progetto di potenziamento, appesi ormai a un filo. Dai dati dell'Agenzia di sanità pubblica, infatti, emerge la necessità di effettuare tagli drastici tenendo presenti due parametri: prestazioni erogate e qualità. Il decreto 48/2008 dell'ex commissario Marrazzo e il documento presentato dal direttore scientifico di Asp-Laziosanità Borgia prevedono la chiusura di Cardiochirurgia del San Filippo Neri. A questo taglio si dovrà aggiungere quello di alcuni posti letto del San Camillo. Da definire il ruolo dell'European Hospital, struttura convenzionata che, in virtù degli indici codificati di Laziosanità e della qualità delle prestazioni (oltre 900 interventi l'anno con un tasso di mortalità al 2,2%), dovrebbe disporre di 14 posti letto in più. I posti letto di cardiochirurgia nel Lazio sono 159 (20 all'Umberto I, 14 al Campus Biomedico, 42 al San Camillo, 16 al San Filippo Neri, 27 al Gemelli, 14 al Sant'Andrea e 4 a Latina). Ma, in base al Patto per la Salute che prevede una media di 4,4 posti letto ogni mille abitanti, anche i letti di Cardiochirurgia subiranno un ridimensionamento. La partita per la costituzione della rete delle emergenze rimane tuttavia ancora aperta. Un ruolo particolarmente delicato riguarda, come detto, la situazione del San Filippo Neri che, secondo l'Asp e il piano Marrazzo, dovrà perdere la Uoc di Cardiochirurgia. Una scelta giudicata «scellerata» dal segretario provinciale Uil-Fpl Paolo Dominici, che rivela: «Il 15 settembre al San Filippo Neri verrà inaugurato il Padiglione D, dove verranno trasferiti Intramoenia, Chirurgia oncologica, Oncologia, Chirurgia ricostruttiva, Radioterapia, Broncopneumologia, Medicina nucleare e il blocco operatorio. Successivamente partirano i lavori, già finanziati, per la ristrutturazine dei vecchi padiglioni. Tutto ciò rischia di essere bloccato dalla chiusura di Cardiochirurgia, che provocherebbe il declassamento dell'ospedale». Per Dominici tale scelta «insensata» farebbe perdere la qualità d'eccellenza e comporterebbe «lo smantellamento non solo della Uoc il cui tasso di mortalità al 2,2% è tra i più bassi d'Italia e d'Europa, ma di tutta l'azienda ospedaliera». L'ultima parola spetterà in ogni caso alla Polverini che dovrà varare il decreto commissariale per la costituzione della rete. Dino Cosi, infine è stato nominato commissario straordinario del Policlinico Umberto I. Cosi, che sostituisce l'ormai ex dg Ubaldo Montaguti, è un cavallo di ritorno e potrebbe essere operativo già da lunedì. Decisivo il summit di ieri tra la Polverini e il rettore della Sapienza Luigi Frati. La nomina di Cosi potrebbe sbloccare prima di Ferragosto anche gli altri commissariamenti di Asl e anziende ospedaliere. In lizza, tra gli altri, i nomi di Di Chio (Latina), Saraceni (destinato a un ospedale), Sabia (Asl RmE), Sponsigli, Paone, Quintavalle, Moretti.

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