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Addio assistenza ai bimbi abusati

Abusi sui minori

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È scontro tra Telefono Azzurro e la Provincia di Roma. Oggetto dell'attrito il bando per il rinnovo del progetto Tetto Azzurro, centro specialistico che dal 1999 si occupa dell'assistenza dei minori abusati o maltrattati. Dopo oltre dieci anni, Telefono Azzurro ha deciso di non partecipare al bando di Palazzo Valentini, i cui termini sono scaduti lo scorso 3 agosto. A spiegare il motivo di tale decisione è la dottoressa Pina nigro: «Tetto Azzurro veniva finanziato al 50% dalla Provincia con un bando biennale del'assessorato alle Politiche sociali e al 50% da Telefono Azzurro. L'importo dell'ultimo bando era di 500 mila euro e il centro prevedeva 5 aree, tra cui la residenzialità e l'assistenza 24 ore su 24 per 365 giorni all'anno. Garantivamo accoglienza, assistenza psicologica, valutazioni a fini diagnostici. Una struttura uguale esiste anche a Treviso. Negli ultimi due anni abbiamo trattato oltre 120 casi di bimbi abusati o maltrattati a Roma e nell'hinterland e affrontato 433 segnalazioni».   E poi? «Poi - prosegue la Nigro - a dicembre il bando è scaduto e la Provincia è andata avanti di proroga in proroga. Prima ha avanzato problemi di bilancio, poi ci ha chiesto di cambiare sede perché l'attuale stabile è un bene soggetto a cartolarizzazioni. Alla fine è stato pubblicato il nuovo bando che di fatto stravolgeva Tetto Azzurro: delle 5 aree restava solo la consulenza. Tutto il resto doveva raccordarsi con i servizi sociali offerti dalla Provincia. Di qui la decisione di Telefono Azzurro di non partecipare a un progetto stravolto dopo dieci anni». Una versione che contrasta con quella dell'assessore provinciale alle Politiche Sociali Claudio Cecchini: «Non si tratta di uno stravolgimento del progetto, ma di una rivisitazione per rispondere alle esigenze attuali del territorio. È stata abolita solo la residenzialità, peraltro di comune accordo con Telefono Azzurro, visto che nell'analogo centro di Treviso essa non è prevista e per mesi e mesi nella sede di via Musa sono stati ospitati al massimo due ragazzi. E questi dati ci sono stati forniti da Tetto Azzurro. Inoltre, quello stabile non è oggetto di alcuna cartolarizzazione, ma è inserito nell'elenco di beni da valorizzare e solo eventualmente da alienare o dare in locazione. E comunque per farlo serve una delibera del Consiglio». Cecchini si dice «amareggiato» dell'atteggiamento di Telefono Azzurro: «Ho appreso con stupore, all'apertura delle buste, della loro decisione di non parteciapre al bando. Il nostro progetto prevede più concertazione, con la Provincia di Roma maggiormente coinvolta. Il nostro progetto prevede il trasferimento in via dei Sabelli, dove c'è Neuropsichiatria infantile della Sapienza, dipartimento ospitato in uno stabile di proprità della Provincia. Con un'apposita convenzione i bimbi sarebbero stati visitati dall'università e, in caso di necessità, ospitati nelle 34 case famiglie della Provincia, che dieci anni fa non erano presenti sul territorio. Insomma, il nostro obiettivo era rivisitare e valorizzare il progetto, allargando il numero dei soggetti coinvolti con un gioco di squadra. Mi spiace non sia stato capito».

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