Il condono torna al Comune
L'ufficio condono torna, al cento per cento, in forza al Campidoglio. A deciderlo il Consiglio comunale che, dopo mesi di incertezze e agonie, ha votato all'unanimità «la cessazione dell'esternalizzazione delle attività di supporto al servizio della gestione del condono edilizio». Si chiude così, per il momento il capitolo decennale di Gemma spa. La revoca improvvisa del contratto con la società, fino a poco prima partecipata del Comune, aveva gettato, ricordiamo, l'ufficio condono nella paralisi e messo praticamente alla porta oltre 600 dipendenti della società, che è proprietaria anche del ramo d'azienda per la riscossione tributi di Roma Entrate spa. La gestione dell'Ufficio Condono passerà dunque a Risorse per Roma, società comunale che «avrà necessità di personale specializzato - ha sottolineato il presidente della commissione Bilancio, Federico Guidi - per questo potrebbero esserci concrete possibilità di assunzione per gli ex dipendenti Gemma». Soddisfazione è stata espressa oltre che dal capogruppo Pdl, Luca Gramazio, da Ludovico Todini (Pdl) e dal capogruppo del Pd, Umberto Marroni che ha chiesto «che si proceda ora a mettere in atto le misure necessarie a far ripartire il servizio condono del Comune di Roma per dare risposte alle tante domande inevase dei cittadini romani». Le pratiche in giacenza per la richiesta della concessione edilizia sono circa 200 mila riferite alle tre sanatorie concesse dal governo nel 1985, nel 1994, e nel 2003 che «valgono» oltre seicento milioni di euro. A settembre l'ufficio riprenderà in pieno le sue attività. Con delle incognite però. A cominciare dall'assunzione degli ormai ex dipendenti Gemma, per i quali si dovrà probabilmente ricorrere a un bando pubblico e dunque far slittare di qualche mese l'assorbimento dell'organico della società privata. E non solo. Risorse per Roma dovrà ora espeltare almeno 60 mila pratiche l'anno per onorare l'impegno del Campidoglio di chiudere definitivamente il trentennale capitolo della sanatoria edilizia entro il 2013. Tanto era infatti il numero imposto dal contratto con Gemma rimodulato dall'assessore Corsini poco prima dell'improvvisa revoca. Andare sotto le 60 mila pratiche potrebbe aprire ulteriori battaglie legali.