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Giovani e torturatori come boss Copiavano "Romanzo Criminale"

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Sei giovani romani sedotti dal male della ex banda della Magliana e dalle gesta scellerate dei suoi capi morti ammazzati o pentiti. Sei "bravi" ragazzi dai 18 ai 21 anni convinti di essere grandi facendo i cattivi coi coetanei. Li sequestravano, li picchiavano, estorcevano loro denaro e li torturavano spegnendo sigarette sulle mani. Sei che hanno confuso lo spettacolo con la realtà. Il leader del gruppo, ventunenne, si faceva chiamare «il Freddo», come il soprannome del boss Maurizio Abbatino nel film «Romanzo criminale» di Michele Placido ispirato al libro di Giancarlo De Cataldo e poi trasformato in una serie tv che Sky ha pubblicizzato piazzando all'Eur mezzibusti dei criminali. Il peggio come monumento pubblicitario. Gli altri bulli in erba temevano il Freddo, lo rispettavano, quasi lo adulavano: sullo sfondo del loro telefonino c'era la sua immagine, come fosse un santino o una star. L'altro giorno, all'Aurelio, quei sei "bravi" ragazzi incensurati sono stati arrestati per estorsione, sequestro di persona, usura e lesioni personali aggravate. In piena notte i carabinieri del Nucleo operativo della Compagnia Trastevere sono andati a prenderli a casa davanti agli occhi senza parole dei genitori perbene. A maggio un minorenne si è presentato ai carabinieri della stazione di Madonna del Riposo raccontando un incubo. All'uscita di scuola, quei sei lo hanno preso, caricato in auto, portato nella Pineta Sacchetti, picchiato, torturato bruciandolo con le sigarette, agitandogli i coltelli sotto la gola, pretendendo soldi, il giubbotto di marca che aveva indosso e il telefono cellulare. La stessa cosa è avvenuta pure con altre vittime: a Primavalle e a Boccea. Le somme variavano: cento, duecento euro. Quei soldi non servivano a niente, per i sei averli era un'affermazione di potenza e basta. Una volta però i cattivi sono andati oltre, ne hanno chiesti troppi, settecento. Il ragazzo non sapeva come fare e alla fine si è liberato dell'ansia parlandone coi genitori. Così è nata l'indagine del Nucleo operativo del tenente Carmine Gebiola. Appostamenti, pedinamenti, la richiesta al magistrato delle ordinanze di custodia cautelare e l'altra notte il blitz e le perquisizioni domiciliari. Trovati coltelli, libri e dvd sulla banda della Magliana. «Purtroppo - ha commentato il sindaco Gianni Alemanno - io lo avevo detto: non tanto il film quanto il serial sulla banda della Magliana rischiavano di creare dei miti perché dipingevano troppo simpatici e accattivanti personaggi che invece sono stati criminali puri che hanno rappresentato per Roma un problema analogo a quello della mafia a Palermo. Queste vicende dimostrano che quando si creano miti negativi poi alla fine c'è qualcuno che li raccoglie e li reinterpreta».

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