Figaro da barbiere a leggenda
«Posso essere sincero? Davvero non pensavo finisse in questa maniera. Piango dalla mattina alla sera. Non mi dò pace per come una bella attività come questa possa essere cancellata in un batter d'occhio per mancanza di personale adatto. Sa, gli "strappini", come li chiamo io, si trovano in ogni dove, ma oggi a Roma ragazzi seri con voglia di lavorare e continuare a fare questo mestiere antico non si trovano più». Chiude i battenti il negozio di Dario Cimarelli, in arte Dino Figaro, lo storico barbiere di Viale Ippocrate 94A, nel quartiere Nomentano. Una sorta di istituzione della zona, a pochi metri dall'Università La Sapienza e dal Policlinico Umberto I. Cala il sipario su un pezzo di storia della Capitale. Sotto le sue forbici sono passati i migliori medici, giocatori memorabili di Roma e Lazio e i più illustri professori. Cognomi noti come Stefanini, Valdoni, Gerin, Asor Rosa e tantissimi altri. Un testimone, il signor Dino, pure di molte giornate buie degli anni di piombo, nelle quali il richiestissimo barbiere della Roma d'altri tempi osservava arrivare lungo la strada, dalla vetrina della sua bottega, gli autonomi intenti ad assaltare la sede del Fuan di Via Siena, a pochi passi. Sulla serranda del negozio è affisso un cartello che recita: «Chiuso per cessata attività». Una scelta obbligata per Dino Figaro, originario della provincia di Ancona, laziale incallito (d'adozione), vedovo, senza figli, 81 anni ben portati e 56 anni e 5 mesi di attività alle spalle, che esercita da quasi 70 anni con passione, serietà e dedizione. Impossibile il ricambio del personale. «Ho messo inserzioni dappertutto, anche su internet, - racconta con toni gentili, ricevendoci nella sua abitazione a qualche isolato dall'ormai ex negozio - per trovare giovani soci da formare e far crescere: ha risposto qualche ragazzo, ma quando ha visto di che si trattava ha subito accantonato l'idea. Il lavoro serio oggi spaventa e anche la responsabilità». «Io non mi sono "prostituito" alle creste; - continua - faccio tagli classici, professionali. Amo questa città, sono arrivato a Roma nel '46 per specializzarmi. Ho frequentato le scuole migliori per riuscire ad essere competente in materia». Gli attestati e i riconoscimenti appesi al muro parlano da soli. «Non ce la faccio più con le spese da sostenere ora che sono solo, ma non credevo di non riuscire a trovare nessuno disposto a darmi una mano a proseguire un lavoro di qualità». Squilla il telefono. I clienti più affezionati lo chiamano di continuo. «Io li indirizzo a Via della Vite o ad un barbiere qui vicino», dice lui con aria sommessa. «Capisce? Sono abituati all'acconciatore fidato, alla professionalità e ormai siamo rimasti proprio in pochi..». La perizia, quella che fa la differenza, oggi non tutti riescono a comprenderla.