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Alla fine Piero Latino, com'era ampiamente prevedibile, non ce l'ha fatta a essere eletto dall'Assemblea regionale segretario del Pd Lazio.

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Latinosi è fermato ad appena 166 (la mozione che lo supportava ne valeva 180) su soli 211 votanti su 400 aventi diritto (25 i voti contrati, 3 schede nulle e 17 bianche). «Ce l'abbiamo messa tutta, ma non è andata. Il voto dimostra che c'è qualcosa di irrisolto nel nostro partito, confermo che non intendo assumere la segreteria del partito regionale con questa maggioranza», dice sconsolato. La bocciatura decretata dall'Assemblea non è alla persona. Il curriculum politico di Latino è di tutto rispetto e non sarebbe giusto criticarne la candidatura. A fallire è stata la strategia dei bersaniano-mariniani, andati avanti senza l'appoggio della componente cattolico-popolare. Il punto è il progetto politico, completamente assente come ha dimostrato il bassissimo numero dei votanti. L'Assemblea di fatto ha bocciato un ulteriore spostamento a sinistra della linea del Pd Lazio, aprendo lo scenario dopo l'estate a un nuova pagina tutta politica e tutta da scrivere che taglierebbe le ali a due ipotesi contrapposte: primarie o commissariamento. D'altra parte, senza i popolari e con Area democratica che aveva già annunciato che non avrebbe partecipato al voto, qualsiasi ipotesi di elezione di Latino era destinata a sfumare. segue a pag. 47

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