Il tunnel dell'inferno a Termini

Decine di corpi stretti sulle scale mobili. Corridoi super affollati per spostarsi da una banchina all’altra. E neanche una via di fuga. Sui lati ci sono le recinzioni che delimitano i cantieri. Nelle ore di punta la massa umana che affolla i sotterranei della stazione metropolitana di Termini raggiunge almeno il doppio delle persone che potrebbe accogliere. Basta passarci la mattina alle 8, alle 12,30 o la sera alle 18,30 per rendersene conto. Chi si sposta nei sotterranei troverà cavi che pendono dai soffitti senza alcuna precauzione e una massa di gente che ti strizza contro le pareti. Basterebbe un imprevisto, un'esplosione o un incendio per creare il panico. I lavori nel nodo di scambio di Termini tra le due linee della metropolitana sono cominciati il 10 aprile. Ancora oggi bisogna cimentarsi in una vera e propria gimkana tra i corridoi stretti come sardine. I lavori comportano la chiusura a rotazione di alcuni settori. Alcune scale mobili sono ferme e per spostarsi dalla linea A alla linea B i passeggeri sono costretti a incrociarsi con chi proviene dall'esterno. Chi arriva alla stazione con la linea A e vuole raggiungere la B, invece, è costretto a uscire fuori e a rientrare all'altezza del Forum Termini (il centro commerciale interrato della stazione) sul lato di via Giolitti. Certo, l'obiettivo è ristrutturare l'intera stazione metropolitana, con nuove scale mobili, percorsi più agevoli e sistemi di sicurezza al passo con i tempi (sono 63 i milioni investiti per l'allargamento dell'uscita dalla metro A, nuovi ascensori e percorsi per non vedenti). La situazione nei corridoi del nodo di scambio però - fanno sapere da Roma Metropolitane - dovrebbe migliorare a metà agosto quando sarà aperta una nuova scala mobile. Ma c'è comunque da stringere i denti ancora per un bel po': la fine dei lavori è prevista nel 2012. Anche se i problemi non finiscon qui. Chi si azzarda a salire su un convoglio della linea B ha una possibilità su due di restare soffocato dal caldo. Ieri pomeriggio decine di passeggeri grondavano di sudore accalcati nei vagoni della speranza. Tra Laurentina e Rebibbia, infatti, la metà dei treni sono senza aria condizionata (solo 6 hanno gli impianti climatizzati, tra qualche giorno ne arriveranno altri due). Fortunatamente la temperatura in questi giorni è scesa leggermente e non si sono verificate scene di malori e svenimenti come il 16 luglio scorso.