Sandokan tiene in ostaggio via del Gesù
Lo chiamano Sandokan. E non è un personaggio immaginario, protagonista di romanzi d'avventura. Lo chiamano Sandokan perché se ne sta a petto nudo tutto il giorno e nessuno sa qual è il suo vero nome. È l'irriducibile senzatetto di via del Gesù, nel cuore del centro storico. Vive, letteralmente, seduto ai bordi della strada da anni. C'è chi giura, come il dipendente dell'enoteca sulla via, che l'ha visto la prima volta negli Anni Ottanta. Da dove arrivi non si è mai saputo. Forse dall'Ungheria, dicono da queste parti. E dal fisico sembra essere sulla sessantina. Di sicuro ci sono due anni di proteste dei cittadini e 375 denunce al commissariato di piazza del Collegio Romano. Ma lui, da lì, non si muove. Le lamentele dei residenti, negozianti e, talvolta, dei turisti che camminano verso il Pantheon sono quotidiane. Sandokan se ne sta tutto il giorno a gambe incrociate in attesa dei 40-50-60 a volte cento euro di elemosina giornaliera, senza maglietta e scarpe, con qualche bottiglietta d'acqua, un cestino e i suoi escrementi attorno. Sì, ed è per questo che il tanfo si sente già a un centinaio di metri. Espleta i suoi bisogni a terra, davanti a tutti. Spesso è ubriaco e di notte vomita accanto a dove dorme. Mandarlo via, affidandolo ai servizi sociali, sembra essere una missione impossibile. È intervenuta anche una delegazione di via del Gesù, con una lettera consegnata nelle mani del sindaco, Gianni Alemanno, in cui si chiedeva un intervento. Con tanto di firme di principi, aristocratici, registi, professionisti, oltre a centinaia di residenti. Ma nulla riesce a smuovere Sandokan. «Non se ne vuole andare - racconta il promotore della petizione -, dopo la lettera non è successo niente. Due settimane fa si sono presentate delle persone con tanto di distintivo per informarsi della situazione, ma hanno fatto capire che non possono fare nulla». A volte, quando Sandokan resta stremato a terra, per la fame, la sete, o perché la sporcizia lo ha portato alla malattia, arriva un'ambulanza o una macchina con gli assistenti sociali. Lo portano via. Lo curano. Poi, dopo un paio di giorni, torna. «È lui che non vuole stare da nessuna altra parte - spiega un negoziante della via - questo problema non riusciamo a risolverlo da anni, ormai». Sei mesi fa è stato anche portato al commissariato. L'hanno pulito, rivestito e portato in tribunale. Il giudice gli ha dato un anno di tempo per trovarsi una sistemazione. Ma ecco che il signor Sandokan presenta la notifica con la residenza in via del Gesù 54. Beffa. Sulla beffa. Un'inquilina del palazzo racconta che la strada «è diventata un letamaio. Prima aveva una sedia a rotelle, ora neanche più quella, quindi sta buttato a terra a defecare, urinare e vomitare. Lo stato igienico è terribile. Ci vergognamo di ricevere persone a casa». Anche i bar sono in ginocchio per la puzza. La pulizia il Comune la svolge regolarmente, certo. Ma la macchinetta dell'Ama gli passa attorno. Tra Sandokan e il resto del mondo, ormai, c'è un muro d'immondizia.