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Sale ai Castelli il rischio incendi

pompieri

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I Castelli Romani rischiano di fare da fanalino di coda nella lotta contro gli incendi. In particolare per il territorio di Velletri, dove Legambiente ammette che «c'e ancora molto da fare nel campo della prevenzione dei roghi». Questa notizia negativa, contrasta con il dato generale e positivo del Lazio, al settimo posto tra le regioni per ettari distrutti dagli incendi nell'estate 2009. Ed è bagarre politica tra centrodestra e centrosinistra che, ai Castelli, andrà avanti fino alla prossima discussione delle competenze dell'Ente parco nonché, probabilmente, dei protagonisti che lo animano, così come anticipato tempo fa dall'assessore regionale all'Ambiente Marco Mattei. Tre le zone sensibili per il pericolo incendi: Lago Albano, Artemisio e Tuscolo. E a vigilare ci sono proprio l'Ente parco, oltre alla protezione civile, alle guardie zoofile e ai comitati cittadini. Eppure, lo scorso anno, tre incendi in un solo pomeriggio hanno mandanto in fumo decine di ettari di boschi e macchia mediterranea. «È evidente – afferma il direttore del Parco Luigi Sinibaldi – la rilevante incisione antropica che provoca incendi colposi e dolosi. Se, poi, la Regione ci desse qualche soldo in più per acquistare un paio di mezzi antincendio moderni e ripristinare il servizio di vigilanza dei volontari sarebbe meglio». «Anziché fare di continuo visite guidate e lamentarsi dei tagli al bilancio – ribatte Francesco Nardini, consulente tecnico del comitato Falde sud monte Artemisio - che il Parco faccia opera di prevenzione».

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