Rapinano e sparano al cassiere
Una rapina finita nel sangue, con un colpo di pistola che trapassa il polpaccio del cassiere, ferito da uno dei quattro balordi italiani a volto coperto. È successo tutto ieri, in tarda mattinata, all'agenzia del Banco di Sardegna al Torrino, in via Stoccolma. La razzia è durata poco e ha fruttato molto: 130 mila euro. Le cose sono sfuggite di mano quando i balordi hanno imboccato l'uscita e il tornello non girava più. Il quartetto arriva su due scooter. Sono le 13,30 circa. Hanno bandane sul volto, in testa cappelletti con visiera e guanti alle mani. Si avventano sul vigilante che è fuori. Lo colpiscono alla nuca, gli sfilano la pistola e il corpetto antiproiettili. Poi lo tirano su e, puntandogli alla schiena la canna di un'arma a tamburo, lo costringono a entrare nell'istituto. Un rapinatore resta fuori a fare da palo. Dentro ci sono la direttrice, tre dipendenti, cassiere compreso (di 30 anni) e un cliente. Da qui in poi le telecamere interne riprendono tutto. I malviventi dicono a vigilante e cliente di stare in un angolo, in ginocchio. Poi puntano sul cassiere. La cassaforte è stata aperta poco prima per prelevare il contante e ricaricare il bancomat. Il tempo di apertura di solito è di un minuto, poi si richiude automaticamente. I rapinatori afferrano il contante e imboccano l'uscita. La porta è girevole. Però ha smesso di muoversi. Uno dei malviventi perde il controllo. Urla al cassiere: «Forza, apri». Afferra la pistola la solleva e spara. I carabinieri dell'Eur, del maggiore Rino Coppola, non credono che l'intenzione fosse di colpire il cassiere. Ma succede. L'ogiva s'infila nel polpaccio, esce e si conficca nel muro. Un complice grida: «Ma che fai, spari». Il tornello riprende a girare. I quattro fuggono sui due scooter. Più tardi i militari ne ritrovano uno, abbandonato in una via del Torrino. Il cassiere è stato ricoverato all'ospedale Sant'Eugenio, medicato e dimesso poche ore dopo. Anche la guardia è stata medicata. Per gli altri solo paura.