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Non c'è differenza tra sicurezza reale e sicurezza percepita.

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Lasicurezza, come l'insicurezza, è un moto dell'animo e come tale è reale. Benedetta, studentessa della Luiss, nella sua lettera racconta di come sarebbe bello poter passeggiare di sera, magari in un parco dell'Eur, senza avere il terrore di essere aggrediti. Probabilmente non osa farlo perché sa che le aree verdi sono poco illuminate e sa anche che di sera diventano dormitori per disperati. Roma di notte cambia, dice Dario, collega di Benedetta all'Ateneo. Descrive stazioni come ostelli per senzatetto, parla della prstituzione imperante sulle grandi arterie della città e si chiede come sia possibile che nonostante tutti gli sforzi e i controlli messi in campo il fenomeno non sia stato neppure scalfito. Dario è preoccupato. Si interroga allora se non sia necessario intensificare i controlli, inviare più pattuglie in strada. Federica, come Dario e Benedetta alle prese con la facoltà di Economia, è convinta che le misure di sicurezza non sono mai troppe. Ma non è un consiglio alle forze dell'ordine, piuttosto un appello che rivolge alle sue giovani colleghe. Quando abiti da sola in una grande città - dice - bisogna prendere tutte le precauzioni possibili. Di giorno ci si può rilassare. L'Università per me è un fortino. Ma di sera... segue a pag. 35

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