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Lanciare il cellulare fa bene alla salute

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ANZIO - Liberarsi dallo stress quotidiano realizzando quello che per molti è sempre stato un desiderio represso: il lancio del cellulare. Quanti hanno desiderato lanciare il più lontano possibile il proprio telefonino, magari dopo una giornata frustrante per colpa del lavoro o di problemi familiari? Molti di loro hanno trovato soddisfazione nella manifestazione organizzata nel pomeriggio di ieri allo stabilimento balneare Rivazzurra, sulla via Ardeatina, ad Anzio: la gara di lancio del telefonino. Sono state circa 700 le persone che, spinte da curiosità o voglia di sfogarsi, hanno preso parte alla tappa anziate del «Phone Throwing World Championship». A disposizione dei partecipanti, vecchi telefoni cellulari di ogni genere e marca, ma con un peso comune: 80 grammi. Campo da gioco, un'area della spiaggia lunga circa 60 metri, con i lanci misurati attraverso strumenti tecnologici di telemetria che hanno aiutato gli organizzatori a decretare il vincitore. A spiegare lo spirito del gioco, Massimo Galeazzi, di Como, ideatore del lancio del telefonino. «L'ho ideato sette anni fa – racconta – e nelle passate edizioni sono riuscito a far lanciare circa 10 mila persone. Qui ad Anzio l'obiettivo è più che altro quello di raccogliere fondi per le associazioni che si occupano dei ragazzi disabili. Siamo legati a doppio nodo con gli organizzatori della Regata del Cuore, e tutti i proventi degli sponsor verranno usati per la realizzazione della casa famiglia per disabili del progetto del comitato Dopo di Noi». E alla base del gioco, a ben guardare, c'è un paradosso. «Il colmo – continua Galeazzi – è che per mestiere vendo telefonini da circa 20 anni. L'idea di una competizione simile mi è venuta quasi per caso, con l'obiettivo di far divertire la gente. Oggi posso dire con orgoglio che mi chiamano da tutta Italia, e che il prossimo 10 settembre saremo a Monza in concomitanza con la tappa del mondiale di formula 1. La ricetta è vincente, perché mescola nel modo giusto la sana competizione sportiva e il divertimento: tra i partecipanti alle gare infatti ci sono bambini giovanissimi, donne, ragazzi e anziani. E tutti si divertono». Tant'è che, dopo sette anni in giro per l'Italia e per l'Europa, Galeazzi ha progetti ambiziosi. «Vorrei provare a farlo diventare uno sport olimpico – conclude – ma intanto il prossimo anno stiamo già organizzando un campionato europeo, con la finale in programma in Slovenia. Uno sponsor del luogo ci vuole lì a tutti i costi». E il pubblico effettivamente risponde positivamente. Solo nella mattinata di ieri sono state circa 300 le persone che hanno partecipato alle prove di lancio organizzate sulla spiaggia di Anzio, costringendo gli organizzatori ad anticipare l'inizio della gara vera e propria. Tra coloro che hanno partecipato più attivamente alla gara, Giulia Baldini, 18 anni di Anzio. «È divertente – ammette – e ci si può sfogare dando al tempo spesso un aiuto importante ai bambini disabili». Dello stesso avviso Salvatore Ronzo, 30 anni, anche lui di Anzio. «Personalmente l'ho fatto per i ragazzi disabili, e per provare un gioco nuovo. È divertente». Molti poi si sono avvicinati spinti dalla curiosità, fermandosi a giocare. Tra questi Jessica Sambucini, 18 anni, di Aprilia. «Ero curiosa di vedere di cosa si trattasse. E poi ho avuto la possibilità di fare qualcosa di nuovo». Spinta dallo spirito benefico della tappa anziate invece, Marzia Di Lorenzo, 22 anni, di Anzio. «A volte fare del bene agli altri fa stare meglio noi di coloro che andiamo ad aiutare. E la beneficenza va sempre incentivata».

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