I furbetti del tavolino meritano gli aumenti
No, l’aumento della tassa di occupazione di suolo pubblico no. I ristoratori di Confcommercio, tra cui quelli del centro storico, puntano i piedi e sfidano il Campidoglio. Se i canoni dovessero lievitare - minacciano - saremmo costretti a togliere i tavolini dalle strade con un danno al decoro e all’immagine della Città. Nessuno certo mette in dubbio la correttezza dei commercianti che si preparano a fare le «barricate al contrario», ma metterla sul piano del «decoro urbano» e del «danno all’immagine» fa sorridere viste le condizioni in cui versano molte strade del Centro. Colpa dei loro colleghi furbacchioni, certo. Ma il tavolino selvaggio è un fenomeno ormai incontenibile. Basta farsi un giro intorno al Pantheon, Fontana di Trevi, Piazza Navona e Trastevere per rendersi conto che in certi casi, togliendo tavolini e sedie, al massimo si può fare un po’ di ordine. In via dei Pastini o in via di Pietra persino le coppiette sono costrette a rinunciare alla mano nella mano e camminare in fila indiana schivando una selva di camerieri impertinenti, pagati evidentemente a cottimo dai proprietari dei locali, che tentano a ogni costo di farvi sedere. Il servizio diventa così una corsa spasmodica ad accalappiare più turisti possibile. E a volte sbagliano, accalappiano te, romano, che sei costretto a difenderti in malo modo: ma non lo vedi che so de Roma! Questo sì che danneggia il decoro di una città seppellendo una tradizione culinaria e di ospitalità nel mare magnum del magna magna a ogni ora. Ma la categoria dei ristoratori è forte. E l'alzata di voce ha avuto un effetto immediato. Ieri, durante l'incontro in Campidoglio tra il sindaco, gli assessori Cutrufo, Leo e Marsilio con le parti sociali, il Comune ha ipotizzato un ridimensionamento degli aumenti in sede di votazione del Bilancio. L'amministrazione prenda la decisione che riterrà più opportuna. Ma se dovesse piegarsi alle rimostranze dei ristoratori metta almeno in campo una squadra anti-abusivismo per stangare chi oltrepassa i propri confini. Perché è chiaro che i controlli che ci sono non bastano.