La Freccia Rossa va in bianco Quattro ore fermi in campagna
Quattro ore dimenticati nella campagna romana. Senza aria condizionata, assetati e disperati per la mancanza di informazioni. Un vero inferno quello che hanno vissuto i cinquecento passeggeri dell'Eurostar 9511 partito alle 14 di ieri dalla stazione Termini e giunto a Napoli, dopo mille peripezie, alle 20 (l'arrivo previsto era per le 15,10). La Freccia Rossa (forse in questo caso è meglio chiamarla tartaruga) è strapiena. Prima classe 57 euro, seconda 44. Ci sono i soliti pendolari che per lavoro fanno la spola ogni giorno con il capoluogo campano, i napoletani che tornano a casa e i romani che vanno in vacanza. Il treno parte puntuale. Dopo venti minuti, all'altezza di Labico, il patatrac. Il locomotore si guasta, il convoglio si ferma e inizia l'odissea. In molti vagoni salta l'aria condizionata. L'altoparlante si blocca e i viaggiatori non riescono ad ascoltare la voce del capotreno. Al bar finiscono le bottigliette d'acqua. I bambini piangono. Le persone più anziane cominciano a sentirsi male. C'è chi cerca di strappare qualche informazione ai controllori. Dopo due ore arriva un locomotore sostitutivo per riportare indietro il treno, alla stazione Tiburtina, dove c'è un altro Eurostar pronto per partire. Ma i tecnici, con il libretto delle istruzioni in mano, non riescono ad agganciare il nuovo locomotore. I minuti passano. Sono le 16,30. Alcuni contandini che lavorano nei campi vicino ai binari accorrono con delle taniche d'acqua: qualcuno si disseta. Passa un'altra ora. I passeggeri perdono la pazienza. Alle 17,40, miracolosamente, il treno riparte. Alle 18, quattro ore dopo, il treno fa ritorno alla stazione Tiburtina. Ad aspettarlo le squadre della Protezione civile con mille bottiglie d'acqua e ottocento scatole di biscotti. I passeggeri si avventano su cibo e bevande. In molti, ormai, hanno perso la coincidenza. Dino doveva prendere il traghetto per Ischia: «Proprio un bel servizio, ho perso la coincidenza delle 16,50 e i soldi del biglietto». I pendolari sono infuriati: «Ci svegliamo ogni mattina alle 5 per venire a lavorare a Roma e poi accadono queste cose. Questo è lo stesso treno che ieri ha ritardato 50 minuti». Franco, 58 anni, aveva in mente un tranquillo weekend con la famiglia: «La verità è che non sanno affrontare le emergenze». Alle 18.30, finalmente, parte il nuovo treno. Alle 20 arriva a Napoli. Le Ferrovie si scusano per i disagi e sottolineano che, comunque, «è stata garantita l'assistenza ai passeggeri». Alessia è una delle prime a scendere: «È stata un'agonia».