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Sedici gruppi di lavoro sono troppi

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Inprimo luogo, siamo di fronte a una frantumazione di competenze che produce, fatalmente, fenomeni di sovrapposizione, intersecazione e duplicazione nell'attività consiliare. L'attuale organizzazione delle Commissione rende, inoltre, molto difficile, ai singoli commissari, l'elaborazione di una "overview" organica delle questioni trattate, con la conseguenza che, spesso, problemi tra loro strettamente interconnessi vengono trattati isolatamente, con evidente danno alla qualità non solo dell'attività legislativa, ma anche della qualità della vita dei cittadini. Dunque si tratta di una riforma che è coerente con il cammino dell'Italia verso la "democrazia decidente" e verso il federalismo. Non è una semplice questione di volontà politica, ma un'esigenza obiettiva, della quale il legislatore non può che prendere atto. Il mondo contemporaneo si fa sempre più complesso, per effetto dei processi di globalizzazione e di crescente complessità sociale, e le procedure decisionali lente e farraginose che a lungo hanno caratterizzato il sistema politico italiano rischiano di far nascere un fossato tra le istituzioni democratiche e la vita civile. Una delle caratteristiche della politica della prima Repubblica era quella della moltiplicazione dei centri decisionali o di confronto politico, al fine di dilazionare il più possibile i processi di responsabilizzazione politica e di avere un ampio numero di sedi istituzionali dove "mediare" e trovare compromessi di ogni sorta, ma anche spazi istituzionali per soddisfare le esigenze rappresentative del patologico multipartitismo italiano, al di fuori di ogni reale partecipazione dei cittadini alla vita politica. Tutto ciò, come sappiamo, ha avuto anche l'effetto di far lievitare i costi della politica in maniera abnorme, producendo danni rilevanti al bilancio pubblico. Oggi, la politica, specialmente in questi tempi di crisi, deve imparare ad essere più leggera, più efficiente e più vicina alle esigenze del cittadino. È questa la filosofia delle grandi riforme dei nostri tempi, dalla revisione del Titolo V all'attuazione del Federalismo fiscale, dalla riforma della legge sul bilancio dello Stato al Codice delle autonomie. Insomma, gli obiettivi della trasparenza, dell'economicità, della velocità decisionale, della responsabilità e della sussidiarietà sono strettamente interconnessi tra loro, nel processo di costruzione dell'Italia federale. In questo contesto, la riduzione delle Commissioni comporterà una razionalizzazione dei lavori del Consiglio, in particolare grazie al superamento della frantumazione di competenze che adesso lo caratterizza. Il gruppo del Pdl è pronto a fare la sua parte, mi auguro una risposta positiva dagli altri gruppi della maggioranza e, auspico, anche dell'opposizione. * Consigliere Pdl Regione Lazio

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