Indagini illegali, alla sbarra 20 investigatori privati
Investigazioni illegali, in venti si dovranno sedere sul banco degli imputati. Sotto processo sono finite venti persone, tra titolari di agenzie investigative private, detectives, clienti, committenti, tecnici ed esperti di intercettazioni. Secondo la procura, infatti, il gruppo di imputati avrebbe creato una vera e propria organizzazione dedita allo svolgimento di investigazioni illegali interferendo nella vita privata dei cittadini. Un'ipotesi investigativa che è stata accolta dal giudice dell'udienza preliminare Giovanni De Donato che ha fissato per il prossimo 1 dicembre il processo davanti alla decima sezione del Tribunale. Il 28 dicembre prossimo, invece, il gup si dovrà pronunciare su un altro gruppo di imputati che scelto di essere processato con riti alternativi. Le accuse vanno dall'associazione per delinquere, alla corruzione, dall'intralcio alla giustizia, all'accesso abusivo al sistema informatico del ministero dell'Interno e dell'Agenzia delle entrate, all'interferenza illecita nella vita altrui attraverso intercettazioni abusive. A dare il via all'indagine è stato il procuratore aggiunto Pietro Saviotti alla fine del 2007. Lo spunto fu dato da un automobilista che, preoccupato della batteria della sua auto si scaricava troppo rapidamente, l'ha portò da un elettrauto il quale accertò che la batteria alimentava anche una microspia. Ecco scattare la denuncia dell'automobilista e le successive indagini che hanno portato al coinvolgimento di persone legate all'agenzia «Professional detective», all'«Ags investigazione e sicurezzà», all'«Alfa security», alla «AA Romapol» e altri. Diversi i casi presi in esame dagli investigatori e anche il ricatto tentato a carico di una donna ripresa più volte fotograficamente per screditarla.