Da agosto Roma sarà più cara
Dal matrimonio alle riprese cinematografiche, dall’ingresso ai musei al rilascio di un certificato urbanistico. È rivoluzione sulle tariffe comunali per beni e servizi pubblici, la maggior parte delle quali è destinata ad aumentare con l’approvazione del bilancio prevista a fine mese. In molti casi, tuttavia, a fare notizia non è tanto l'aumento quanto la cifra iniziale. Un esempio. L'ingresso ai Musei capitolini costa 6,50 euro e passerà a 7,50; per visitare il Museo Napoleonico sono sufficienti tre euro, mentre tra circa un mese se ne dovranno pagare 4,50. Cifre ridicole se pensiamo alla bellezza dell'esedra del Marc'Aurelio. Uno splendore che in qualsiasi altro paese del mondo meriterebbe almeno dieci euro di ingresso. Così come non sconvolge affatto l'introduzione di nuove tariffe per chi utilizza foto o immagini delle aree archeologiche a scopo di lucro. Sinora erano gratis, adesso per chi volesse guadagnare su una ripresa o un documentario per scopi divulgativi o scientifici sui Musei capitolini, dovrà pagare mille euro; se le riprese hanno invece finalità di spettacolo o intrattenimento la cifra sale a 2.500 euro; se le finalità sono pubblicitarie il prezzo è di 3.500 euro. La cultura e la bellezza insomma si iniziano a pagare. Il vero salasso, piuttosto, è per i certificati urbanistici (la Dia passa da 121 a 250 euro, mentre una visura da 12 a 50 euro), l'Ici e la Tari. Poca cosa, invece il contributo richiesto dal Campidoglio per il matrimonio dei residenti nelle sale capitoline (non in quelle dei Municipi), ai quali verrà chiesto un contributo di cento euro. Molto meno dell'obolo da versare in qualsiasi chiesa e non solo di Roma. Susanna Novelli