Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Danielona non è una spacciatrice

default_image

«Ho fatto una stupidaggine e me ne pento, ma quella cocaina era per me»

  • a
  • a
  • a

L'hopresa la cocaina, questo è vero, ho fatto una stupidaggine e oggi me ne pento, ma non ho mai spacciato, glielo giuro». Daniela Ranaldi, la «Danielona» di «Uomini e donne» si rivolge piangendo al giudice del tribunale di Roma Maria Teresa Cialoni. È tutta vestita di nero, un grosso mollettone le tiene su i capelli. Ha delle ciabattone rosa shocking ma, in quell'aula di tribunale, mentre aspetta la sentenza, tutto è tranne che un personaggio televisivo. Non è neanche una spacciatrice. Danielona ha convinto il giudice: è stata assolta perché «il fatto non costituisce reato». L'opinionista del programma pomeridiano di Maria de Filippi era stata arrestata il 9 luglio scorso dagli agenti del commissariato Trevi che trovarono in casa sua 11 grammi di cocaina e un bilancino di precisione. Il pubblico ministero Mario Pesci ritenendo il quantitativo di droga (in tutto 25 singole dosi) eccessivo per giustificare l'ipotesi di un uso personale, aveva chiesto la condanna dell'imputata a un anno di reclusione, più tremila euro di multa. A convincere il giudice del contrario è stato anche l'intervento del fratello di Danielona, Bruno, chiamato come testimone della difesa. «Ho comprato io stesso quel bilancino - dichiara - Serviva per dosare le medicine che quotidianamente nostro padre assumeva». Quando il giudice gli domanda se sapeva che la sorella si drogava, si scurisce e risponde: «Quando nostro padre morì, lo scorso ottobre, Daniela si è buttata giù. Una volta l'ho vista prendere quella roba. Gliel'ho buttata. Je volevo menà. Poi non l'ho fatto perché lei è la sorella più grande. Mi ha cresciuto lei. Come una mamma. Ma forse era meglio se uno schiaffo glielo davo». La difesa ha poi esibito le buste paga di Danielona. Ogni mese, come personaggio di «Uomini e donne» guadagna circa 2000 euro lordi. Poi ci sono gli sponsor. Come dire: a un'opinionista tv non serve spacciare per far soldi. Il giudice gli ha creduto.

Dai blog