Radio Vaticana torna nel mirino
C'è una relazione fra l'elettrosmog prodotto da Radio Vaticana e l'aumento dei casi di cancro fra i bambini di Cesano. Un nesso di causa-effetto sempre negato dai responsabili dell'emittente e generalmente difficile da dimostrare che, per la prima volta, trova invece una conferma scientifica. Lo ha accertato una superperizia che è stata presentata dopo cinque anni di indagine tecnica affidata nel maggio del 2005 dal gip Zaira Secchi al professore Andrea Micheli. Esiste, si legge nel documento, «un'associazione importante, coerente, e significativa tra esposizione residenziale alle strutture di Radio Vaticana (le antenne di La Storta, ndr) ed eccesso di malattia per leucemia e linfomi dei bambini» residenti a Cesano e nella zona di Roma Nord tra la fine degli Anni '80 e il 2003. Coinvolto, sepppure in minor misura, il centro radar della Marina che si trova nella stessa area geografica. La perizia fu conferita nell'ambito dell'inchiesta scaturita dal processo che aveva visto tre esponenti di Radio Vaticana, Roberto Tucci, Pasquale Borgomeo (oggi defunto) e Costantino Pacifici (poi assolto in primo grado) accusati di «getto pericoloso di cose» a causa dell'inquinamento provocato dalle antenne della radio. Il processo si è concluso recentemente con la prescrizione. Nella nuova indagine sono rimasti coinvolti sempre Roberto Tucci e, con lui, tre militari in servizio presso il centro radar della Marina, Gino Bizzarri, Emanuele Vittorio Di Cecco e Roberto Emilio Guarini, nei confronti dei quali è stato ipotizzato il reato di omicidio colposo. Andrea Micheli aggiunge che «rischi importanti per la fascia di esposti tra i 5 e i 9 chilometri dall'emittente, per almeno 10 anni, di donne e uomini di tutte le età, dove il rischio di morte per tumori emolinfopoietici». Inoltre, anche se c'è una «mancata evidenza di rischio per gli esposti adulti a 5 chilometri dall'emittente», lo studio per Radio Vaticana e per l'installazione della Marina «ha evidenziato rischi importanti per i piccoli che hanno abitato per più tempo della loro vita nella fascia tra 6 e 12 chilometri dalla stazione della radio pontificia». «Radio Vaticana si riserva di discutere con i suoi esperti e di fare le proprie considerazioni in alternativa a questa perizia. Sta di fatto che le misure sono già state prese dieci anni fa seguendo le norme internazionali. Inoltre sono state messe in pratica anche quelle italiane. Dunque Radio Vaticana è perfettamente in regola», la replica di Padre Federico Lombardi, direttore della Radio Vaticana oltre che della Sala Stampa della Santa Sede.