Contributi straordinari Il Prg può ripartire
L'interesse pubblico vince su quello privato. La sezione IV del Consiglio di Stato ha accolto il ricorso di Comune, Provincia e Regione contro la sentenza del Tar del 13 marzo che metteva in dubbio la legittimità dello strumento della perequazione e più in particolare il meccanismo del contributo straordinario. Un sospiro di sollievo per il Piano regolatore della Città e per le casse del Comune che può tornare a contare sugli introiti dei contributi. Soldi che permetteranno di rimettere anche in moto il settore edilizio per un giro d'affari pari a 5 miliardi di euro. Una speranza anche per il Piano Casa e per i piani di recupero urbanistico delle periferie sulle quali ha puntato l'Amministrazione Alemanno. Progetti che senza più questi strumenti avrebbero potuto contare solo sugli espropri, con una spesa che il Comune non potrebbe mai permettersi di sostenere. Per i giudici di Secondo grado che hanno limato, pur ribaltandola, la sentenza del Tar - a cui si era appellato un privato cittadino - il Tribunale amministrativo avrebbe quindi dato un'interpretazione troppo rigida delle norme che regolamentano i meccanismi perequativi che prevendono: a) che il proprietario possa acquisire superficie edificabile mettendone però una quota maggioritaria a disposizione del Comune per finalità di interesse pubblico; b) che la quota maggioritaria destinata al Comune sia soggetta al pagamento di un contributo finanziario straordinario che il Comune utilizzerà per le opere pubbliche. Al contrario la sentenza del Consiglio di Stato - definita dall'assessore all'Urbanistica del Comune Marco Corsini - «moderna», proietta l'urbanistica in un futuro meno incerto. «Ciò non toglie - prosegue l'assessore - che le vecchie leggi nazionali, risalenti al '39, debbano essere cambiate». Soddisfazione unanime di tutte le forze politiche. Da una parte quella dell'Amministrazione che può uscire da un'incertezza giudiziaria che va avanti dall'autunno, dall'altra quella dell'opposizione che non ha mai spesso di credere in un pilastro normativo che ha permesso lo sviluppo edilizio negli ultimi 12 anni. «La sentenza del Tar aveva privilegiato l'interesse privato rispetto a quello pubblico - ha detto il sindaco Alemanno - la cui prevalenza è stata ora ripristinata: questo ci incoraggia a proseguire sulla strada delle valorizzazioni urbanistiche non per fare speculazioni ma per far crescere la città».