Musei più salati Ma non per i romani
Si alza la polemica sull'introduzione della tassa di soggiorno nella Capitale. E se il Campidoglio da una parte tira dritto, ribadendo il principio che anche i turisti devono contribuire ai servizi della città, dall'altra si continua a mediare con gli albergatori. Il vicesindaco con delega al Turismo, Mauro Cutrufo è ottimista su un'intesa che potrebbe arrivare già nelle prossime settimane. Senatore Cutrufo, ieri è stata una giornata di aspre polemiche sull'eventualità di introdurre il contributo di soggiorno. Cosa risponde? «Nonostante le polemiche, ho registrato un importante passo avanti. Le categorie, pur con sofferenza hanno mostrato una disponibilità nell'accettare il principio di un contributo di soggiorno. Il punto che loro pongono è del perché questo contributo debba ricadere solo su di loro, anche se in verità ricade sui 13 milioni di turisti che ogni anno soggiornano nella Capitale». Gli albergatori lamentano la crisi e un danno sui pacchetti già venduti per il 2011... «Guardi, venerdì presenteremo i dati sul turismo e le posso garantire che Roma cresce di diversi punti percentuali e continuerà a crescere nel futuro, tanto che siamo convinti che tra il 2016 e il 2020 Roma vedrà raddoppiate le presenze di turisti». E sui pacchetti già venduti per l'anno prossimo? «Questo può essere obiettivamente un disagio ma il Comune metterà la sua faccia sulla tassa di soggiorno e scriveremo ai tour operator una lettera in cui spiegheremo il come e il perché del contributo di soggiorno». Gli albergatori chiedono l'aumento del biglietto d'ingresso dei musei al posto della tassa di soggiorno, troverete un accordo? «Stiamo lavorando in questo senso. Potremmo restringere la forbice della tassa, magari prevedendo un minimo di un euro e un massimo di tre euro, ampliando però l'applicazione del contributo ad altri servizi per i turisti, così come è fuor di dubbio che gli introiti della tassa di soggiorno debbano essere reinvestiti nel settore». Aumenterà il biglietto dei musei e dei siti archeologici? «Vedremo le proiezioni fatte dagli albergatori quanto potrebbe entrare nelle casse del Comune. Vorrei infatti ricordare che molti siti archeologici sono di competenza dello Stato, così come i ricavi delle vendite dei biglietti. Una cosa è certa: se dovessimo aumentare il prezzo dei musei, lo faremo solo per i non residenti, applicando formule di pagamento a favore dei residenti già in uso ad esempio a Venezia». Il numero dei turisti raddoppierà nel giro di un decennio, ma Roma è pronta? «Il problema di Roma non è il territorio, ne l'inclusione di una area vasta, quanto piuttosto la sua governance. E su questo stiamo lavorando alla grande riforma di Roma Capitale».